Governo, 9 posti ma responsabili scontenti: le poltrone non bastano

ROMA 5 MAG La nuova tranch – ROMA, 5 MAG – La nuova tranche di nomine al governo invece di placare gli animi rinnova la guerra intestina tra i sostenitori della maggioranza. E, soprattutto, tra i 'responsabili' che gia' nelle scorse settimane avevano dato evidenti segnali di scontento. Divisi nel gruppo, i deputati di Iniziativa Responsabile sono anche inviperiti per l'ingresso nella compagine di governo degli 'ultimi arrivati', gli ex Pdl passati da Fli. Come l'azzurro Roberto Rosso, poi finiano pentito, cosi' come Luca Bellotti o l'ex deputata di Futuro e liberta' Catia Polidori. Senza parlare di Daniela Melchiorre, la Libdem che il 14 dicembre voto' contro la fiducia al presidente del Consiglio. A farne le spese e' innanzitutto Francesco Pionati. Il deputato, unico, di Alleanza di Centro puntava alla delega alle Comunicazioni, incarico per il quale era in corsa anche Anna Maria Bernini, portavoce vicaria del Pdl. La sua esclusione era nell'aria gia' da giorni, cosi' come il suo disappunto, per nulla celato. Ora la conferma: l'ex giornalista Tv non entra nell'esecutivo ma solo per il momento. A garantire la sua prossima promozione e' infatti Denis Verdini: gli ''e' stato chiesto di fare un momentaneo passo indietro. E il suo comportamento di certo sara' premiato appena possibile'' assicura il coordinatore Pdl. E lui ai suoi collaboratori confida di aver accettato ''senza alcuna fatica'' perche', dice ''non vivo di sottopotere ma di passione politica e aspettare qualche settimana in piu' rispetto a chi faceva dell'ingresso al governo una questione di vita o di morte, come una cambiale in scadenza, non mi e' costata alcuna fatica''. Esclusi dal governo, insieme a Pionati, Bernini, Saltamartini, Pelino, Siliquini ci sono poi i Cristiano popolari Mario Baccini e Giuseppe Galati. ''Prendiamo atto che gli impegni assunti dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non sono stati mantenuti" e' il loro gelido commento. Ci sono poi i 'Responsabili' di provenienza 'Noi Sud'. La lotta intestina tra Elio Belcastro e Antonio Milo ha infatti sortito un'impasse che ha tagliato le gambe ad entrambi. ''Chi e' causa del suo mal pianga se stesso'' commenta il primo, che era in pole position visto che il suo compagno di partito appartiene alla 'corrente' napoletana di Enzo Scotti, gia' al governo. ''Ci sara' da fare un chiarimento interno'' minaccia Belcastro che pero' e' ottimista. Giura di aver avuto ''grande solidarieta' da Berlusconi. L'intoppo sara' rimediato, mi ha dato la sua parola d'onore'' dice assicurando poi di non avercela affatto con il capogruppo, sempre di Noi Sud, Luciano Sardelli. ''L'ho sempre sostenuto e lui – lo difende – ha avuto un ruolo marginale in questa vicenda''. Ma Sardelli, sembra ora finito nel mirino degli esclusi.''Entro l'estate penso di poter lasciare il mio incarico'' di capogruppo, annuncia spiegando, pero', che la sua e' una scelta di umilta' e ''controcorrente in modo da sfuggire alla violenta attrazione del potere e del successo mediatico''. E mentre il premier parla di una prossima infornata di sottosegretari da nominare grazie a un nuovo disegno di legge la finiana Angela Napoli preannuncia: ''difficilmente sara' approvato perche' il 99% dei parlamentari non ne beneficera'''. Per Ir, invece, e' la chance su cui puntare: ''Se si vuole fare funzionare il governo nei prossimi due anni servono almeno altri dieci sottosegretari, il prima possibile'' avverte Mario Pepe che sintetizza bene: ''il nostro gruppo, e' costituito da tanti piccoli movimenti, ci sono cinque segretari nazionali di cinque partitini. Si capisce come sia stato difficile indicare nomi per la carica di sottosegretario''. E Sardelli promette: ''c'e' spazio per un recupero ai supplementari. Basta avere forza e calma''. .

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