GOVERNO VARA DECRETO ANTI-CRISI: AIUTI STATALI PER LE BANCHE A RISCHIO, ”NESSUN ISTITUTO ITALIANO FALLIRA”’

L’estensione della garanzia dello Stato, oltre quella già prevista dal fondo interbancario, sui depositi dei risparmiatori e un fondo che consenta allo Stato di partecipare alla ricapitalizzazione di banche che dovessero avere difficoltà. Sono i due pilastri del decreto legge con cui il Governo risponde alla crisi finanziaria internazionale e, soprattutto, alle conseguenze che potrebbero riguardare anche l’Italia.

Un provvedimento che, come recita l’ordine del giorno del Cdm straordinario che lo ha approvato, punta a garantire la stabilità delle banche e del risparmio. In un contesto esterno che non accenna a migliorare: nonostante il taglio dei tassi deciso in simultanea da sei fra le maggiori banche centrali, Bce e Fed in testa, le borse mondiali hanno vissuta una nuova giornata nera. Ad illustrare i contenuti del provvedimento, in una conferenza stampa, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi.

Ad approfondire gli aspetti che riguardano la possibilità per lo Stato di partecipare ad eventuali operazioni di ricapitalizzazione delle banche è il titolare del ministero di Via XX Settembre. Il Governo, spiega, «non ha interesse a entrare nel capitale delle banche, ma se la Banca d’Italia o le banche stesse registreranno una capitalizzazione insufficiente, quel capitale lo metterà lo Stato». L’ingresso dello Stato, aggiunge, sarà «sterile ai fini del potere». L’apporto di capitale sarà quindi «temporaneo e neutrale». Sul fronte dei depositi, il ministro aggiunge che il decreto offre una «garanzia addizionale pubblica» in aggiunta a quella già assicurata dal Fondo interbancario. Il presidente del Consiglio si sofferma, invece, sugli aspetti più strettamente politici, garantendo che «nessuna banca italiana fallirà e nessun risparmiatore rischia», confermando così il messaggio già lanciato a Napoli.

Un messaggio che il Premier conferma «con assoluta tranquillità». Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha partecipato in prima persona alla definizione di alcuni aspetti del provvedimento. Per poi sottolineare, in conferenza stampa, che il sistema bancario italiano «è solido» ma anche come gli effetti della crisi americana «stiano arrivando». In questa ottica, aggiunge, il decreto «è stato approvato per prudenza», per «preparare le armi per il futuro». La decisione del Consiglio dei ministri è arrivata al termine di una giornata convulsa, vissuta tra vertici ufficiali e consultazione frenetiche fra Governo, Banca d’Italia e Consob. Con uno occhio sempre fisso sui terminali di borsa, che hanno descritto impietosamente l’ennesima giornata nera. Il Mibtel ha chiuso con un calo del 5,72% e lo S&P/Mib del 5,71% , nostante la decisione straordinaria di un taglio dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale concordato da sei banche centrali, Fed e Bce in testa.

In questo quadro, è maturata la decisione del governo. Già ieri mattina, il Tesoro aveva anticipato in una nota le intenzioni dell’esecutivo. «Il Governo italiano si impegna ad adottare tutte le misure necessarie per stabilizzare il sistema finanziario e per tutelare il risparmio», chiariva Via XX Settembre, aggiungendo: «Il Ministro dell’economia e delle finanze italiano condivide le misure preannunciate questa mattina dal Governo inglese per assicurare la stabilità delle istituzioni finanziarie». Misure considerate «in linea con quanto stabilito dai capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea nella riunione del 6 ottobre e con quanto successivamente precisato dai ministri economici e finanziari nel consiglio Ecofin del 7 ottobre». Poi, poco prima dell’ora di pranzo, il vertice fra lo stesso Tremonti, il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e quello dell’Abi, Corrado Faissola. Fin qui, dunque, le istituzioni. All’incontro, però, hanno partecipato anche i vertici di Mediobanca, il presidente del Consiglio di Sorveglianza Cesare Geronzi e il consigliere delegato Alberto Nagel. A testimoniare la centralità di Piazzetta Cuccia nel sistema finanziario italiano.

Prima della riunione del Cdm, il ministro dell’Economia è salito al Quirinale per illustrare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i contenuti del provvedimento. Oggi, invece, Tremonti riferirà in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, sugli ultimi sviluppi della crisi finanziaria internazionale, fornendo ovviamente spiegazioni sui provvedimenti approvati stasera. Sul fronte politico, da registrare anche la riunione del Governo ombra del Pd. Al termine, il leader Walter Veltroni ha assicurato «la piena disponibilità a contribuire in un momento così drammatico per uscire positivamente dalla crisi». «Siamo una grande forza nazionale che ha a cuore l’interesse del Paese anche sopra i propri interessi», ha aggiunto il segretario, sottolineando che Tremonti è informato sulle proposte del Pd e auspicando che «in Parlamento si crei un rapporto tra governo e opposizione, che non può non esserci in un momento così difficile». E, nel caso in cui la crisi dovesse acuirsi, il Partito Democratico è pronto anche a mettere in discussione la manifestazione contro il governo, prevista per il 25 ottobre.

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