Andare, spingere a 140 chilometri l’ora su una strada con il limite a 50 non è violare un cartello o un divieto, cosa che facciamo tutti. E’ guidare per vedere se è poi tanto difficile morire. Cosa che facciamo in troppi e con troppa inconsapevolezza voluta di ciò che facciamo. Guidare per vedere se è poi tanto difficile morire da giovane è facile che qualcuno di noi l’abbia fatto. Ma sempre più giovani, allevati e accuditi all’irresponsabilità sistematica, lo fanno senza sapere quel che fanno. Guidare nella notte per vedere se è poi tanto difficile morire e poi scappare terrorizzati come bimbi spauriti quando la morte arriva.
L’auto degli amici che andava a 140 l’ora in quella stradina di notte finisce contro un albero, dentro ora c’è la morte per due ragazze, è stato facile morire. E allora l’altra auto, gli altri amici vedono e fuggono. Non li insegue e non li minaccia nessuno e niente se non l’improvvisa consapevolezza di essersi ammazzati, qualcuno c’è riuscito, qualcuno no. Guidare a fari spenti nella notte per vedere se è poi tanto difficile morire era un melanconico verso e sentimento delle “Emozioni” di Lucio Battisti. Là, su quella strada di notte e in sempre più frequenti notti sempre più giovani, soprattutto giovani, spengono le loro vite in una lamiera accartocciata, e l’emozione che li guida sembra essere quella di vedere se è poi tanto difficile vivere.