Hacker in azione di disturbo in tutto l’Occidente. Per ora disturbo di centinaia di server, non sono ancora riusciti a far diventare il disturbo molesto in autentico boicottaggio di servizi e infrastrutture telematiche. Si può legittimamente temere siano per così dire prove tecniche di boicottaggio e disarticolazione dei tessuti nervosi digitali dell’Occidente. E si può quasi scommettere che sia quella della Divisione Hacker un’articolazione delle Forze Armate della Russia di Putin. E che quella degli attacchi cibernetici sia un’arma che Putin intende usare e calcola possibile usare nella strategia del maggior danno possibile alla vita civile degli elettorati e pubbliche opinioni d’Occidente. Questi hacker che hanno fatto sortita d’attacco ieri hanno forte profumo di Russia, e il profumo di Russia è come il maggiordomo nei gialli, anzi di più. Hacker al profumo di Russia sono insieme il primo sospetto, il maggior indiziato, quelli che hanno occasione, opportunità e soprattutto movente: la guerra all’Occidente.
Offensiva russa già partita. Se va male userà l’atomica?
Dal fronte, anzi dai fronti la sensazione è che l’offensiva d’inverno 2023 russa sia già partita e si svilupperà nelle prossime settimane. Offensiva che dovrebbe, entro marzo, dare ai russi e a Putin il pieno controllo di quella parte di Ucraina di cui Putin si accontenterebbe di impossessarsi: circa un quarto del paese (per le proporzioni, come se qualcuno si prendesse Alto Adige, Veneto, Lombardia e Piemonte dicendo che non erano Italia ma erano sue). Poi, preso quanto vuole, Putin proclamerebbe la vittoria e l’inizio della pace, la “sua” pace. Ma non dovesse farcela l’Armata russa? A quel punto davvero Putin darà il via libera all’uso sul campo di battaglia in Ucraina di armi atomiche sia pure a potenza e raggio d’azione limitati e ridotti? Davvero se i tank e i missili a lungo raggio e domani forse i caccia bombardieri forniti dall’Occidente dovessero fermare e respingere l’offensiva russa allora Putin spara le atomiche cosiddette tattiche?
Odor di bluff
Odor di bluff e non perché Putin sembri avere scrupoli umanitari, a suo modo di vedere e dire sta combattendo contro la degenerazione e i degenerati, contro ciò e contro chi sporca e insozza il mondo, quindi nessun scrupolo. E allora perché bluff? Perché Putin sa o dovrebbe sapere che se spara ordigni nucleari la conseguenza più o meno immediata è che la guerra, e non solo la guerra, la perde. E perché lui la perda non c’è bisogno del reciproco e mutuo olocausto nucleare. L’anno di guerra in Ucraina ha mostrato che l’esercito russo non è in grado di reggere un confronto/scontro dove l’Occidente usasse in battaglia tutto il suo arsenale convenzionale. Artiglieria, aeronautica, missilistica, intelligence satellitare, logistica, equipaggiamenti, dotazioni elettroniche dei mezzi corazzati vedono la manifesta e per certi versi inattesa superiorità dei mezzi e potenza militare dell’Occidente. L’anno di guerra ha mostrato che un confronto diretto con i rispettivi arsenali convenzionali avrebbe esito scontato. Scontato e veloce: l’Armata russa reggerebbe forse settimane, non mesi. Quindi ad un lancio di atomiche tattiche russe in Ucraina una risposta anche convenzionale dell’Occidente a pieno arsenale determinerebbe che Putin la guerra la perde.
Muoia Sansone con tutti gli occidentali
L’unica configurazione in cui Putin può sparare un’arma atomica è quella del “muoia Sansone con tutti gli occidentali”. Può farlo, meglio: può pensare di farlo. Ma sarebbero in molti a fermargli la mano e non solo in Occidente. Un pianeta percorso da esplosioni atomiche non è certo quel che vogliono in Cina o in India e non pochi neanche in Russia. Putin le atomiche cosiddette da teatro ce l’ha e ha forse anche la voglia di spararle sulla testa degli ucraini ma se le spara perde la guerra. E’ un dato strategico. Così come dato strategico è che nell’arsenale degli occidentali scarseggino se non manchino riserve di mezzi (decenni di pace hanno svuotato gli arsenali soprattutto in Europa). E dato strategico è che l’unica inferiorità di mezzi e risorse in dotazione all’Occidente è nella consapevolezza che la guerra di Ucraina o si vince o si perde e quindi il buco strategico occidentale è nella appunto consapevole e decisa volontà di vincerla.