Honduras/ Il neo-presidente golpista Roberto Micheletti rilascia un intervista

Roberto Micheletti, neo-presidente golpista dell’Honduras, rilascia un’intervista a un gruppo di giornali stranieri e ostenta, sebbene il mondo intero condanni il colpo di stato, uno sfacciato ottimismo. Penultimo di nove fratelli, Micheletti è figlio di Roberto, un emigrato italiano di Bergamo, arrivato in America Latina tra le due guerre.

Privo di doti oratorie, Micheletti esce dall’intervista come il presidente fantoccio dei militari che il mondo ha descritto nelle prime fasi del golpe. «Aiutatemi voi giornalisti a spiegare al mondo che l’abbiamo fatto per il bene del paese» – afferma da dietro la scrivania nel palazzo presidenziale.

Quando gli fanno notare che intorno al suo paese  si sta creando il vuoto diplomatico e che diversi paesi dell’Europa  hanno ritirato i loro ambasciatori, Micheletti sbotta: «Senta, sa cosa le dico? Facciano quello che gli pare. Io ho fede, prima o poi mi riconosceranno». La notizia che il coprifuoco in vigore da domenica è stato trasformato in Stato d’Assedio lo coglie impreparato, non ne era a conoscenza. Alle domande incalzanti di una giornalista americana che gli conferma la decisione presa, a sua insaputa, dai militari, Micheletti si arrabbia: «Se lei ha fatto qualcosa di male deve pure aspettarsi che vengano a prenderla a casa».

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