Non tutti nel mondo si schierano contro il golpe in Honduras che ha deposto l’ex presidente Manuel Zelaya per mettere al suo posto Roberto Micheletti. Un giornale autorevole come il “Wall Street Journal” si schiera apertamente con i golpisti, sostenendo che Zelaya abbia fatto molto male all’Honduras, tanto da essere definito “pericolo per la democrazia” e ricordando che dietro l’ex presidente si cela Hugo Chavez, il “maciste venezuelano”.
In un articolo del Wsj si legge: “Sono state moltissime le violazioni della legge commesse da Zelaya negli ultimi mesi. Il punto di non ritorno c’è stato 10 giorni fa, quando l’ex presidente ha condotto una folla violenta all’assalto di una base militare per prendere e distribuire delle schede elettorali stampate in Venezuela per un referendum illegale”.
Non solo. A spingere per il rientro di Zelaya in Honduras ci si è messo anche quello che il Wsj definisce il “maciste venezuelano”, Hugo Chávez, che ora “è diventato – sottolinea il Wsj – l’autorità internazionale che vigila sulla democrazia e sta addirittura minacciando di rovesciare il nuovo presidente honduregno, Roberto Micheletti, senza che gli Stati Uniti dicano o facciano niente”.
Come d’altronde, continua il Wsj, non hanno fatto niente al momento delle “elezioni-farsa” di Chavez in Venezula, lo stesso Chavez che, “sta destabilizzando tutto il Sud america a cominciare dalla Bolivia, per passare all’Equador, al Nicaragua e all’Argentina, come fece Fidel Castro negli anni’60 e 70”. Anzi, secondo l’autorevole quotidiano statunitense, il presidente venezuelano avrebbe di fatto preso oggi la guida dell’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani che, subito dopo il golpe, ha espulso l’Honduras di Micheletti.
Secondo il Wsj l’onore degli honduregni è proprio quello di voler resistere a questa ascesa del “maciste venezuelano”. È arrivato però il momento, sottolinea il quotidiano Usa, che “gli Usa si mettano dalla parte della legge e rispettino la decisione presa dalla Suprema Corte e dal Congresso dell’Honduras, altrimenti il loro sarà l’ennesimo atto di pacificazione nei confronti di un dittatore ambizioso e sempre più pericoloso”.
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