Ci siamo cascati anche noi, ci si può scusare ma non c’è scusa che tenga, veramente e saldamente tenga. Qualcuno in qualche luogo della rete della comunicazione (in fondo non importa quale, sono tutti orgogliosamente irresponsabili di se stessi in primo luogo) ha detto, scritto, diffuso, pubblicato che Matteo Messina Denaro si era comprato l’auto nuova dando in cambio la vecchia auto e diecimila euro in contanti. In contanti! Non era possibile pagare in contanti diecimila euro, possibile per nessuno, figurarsi per Matteo Messina Denaro. Perché la cosa fosse vera ci voleva un concessionario non solo complice ma masochista e suicida nel farsi del male e mettersi nei guai. E ci voleva un ricercato, il più ricercato d’Italia, imprudente, anzi voglioso di mettersi in mostra, di attirare su di sé una segnalazione. Eppure ci abbiamo creduto, anzi non proprio creduto. Siamo andati in automatico. Tutti. In automatico, automatico che?
Un viziaccio, non una maledizione
Automatico è il viziaccio, pessimo, anzi più che pessimo, di copiare e riprodurre all’istante ciò che viene in qualche punto messo in rete (rete della comunicazione, di cui la rete web è solo parte sia pur rilevante). L’ha detto uno, quindi si copia e si pubblica, tutti in frettolosa catena. Ma non è la fretta a farci comunicare notizie che non sono tali (il concessionario ha smentito i diecimila in contanti). La fretta è un misero alibi. Magari la pigrizia, non certo la fretta. ma prima ancora della pigrizia, l’assoluto e totale abbandono dei territori e degli arnesi da lavoro chiamati plausibilità, misura, credibilità. Se ad un poliziotto fosse sfuggita una battuta a mezza bocca su un ipotetico telescopio in uno dei “covi” puntato e qualche punto della rete avesse scritto “Messina Denaro cercava covo marziano” non è improbabile sarebbe diventato matrice di varia e diffusa titolazione.
Un viziaccio, anzi due
A proposito di marziani, il classico marziano sbarcato da pochi giorni sulla Terra apprenderebbe dal circuito dell’informazione che le neo mamme, più o meno tutte, della specie umana vengono abbandonate, sistematicamente abbandonate subito dopo il parto. Tanto è vero che è vivo e in crescita il movimento “non abbandonateci”. Dalla lettura attenta il marziano apprenderebbe senza ombra di dubbio che negli ospedali le neo mamme, più o meno tutte, sono sottoposte a pratiche crudeli e di fatto a torture: lunghe e programmate esposizioni alla fatica, rifiuto verbale e pratico di assistenza, imposizione della presenza e cura del neonato. Stando al tono accorato/indignato delle cronache e commenti, il marziano apprenderebbe che solo pochi neonati si salvano dalla pratica indegna e incivile comunque letale di metterli in braccio e quindi incidentalmente anche nel letto con le madri. Un viziaccio, quello del copia e pubblica quale che sia e più non dimandar…
Anzi due, due viziacci: c’è anche quello di assecondare, coltivare, condividere, vellicare l’osservanza piena e la liturgia compiuta del comandamento numero uno della religione civica dominante: è sempre colpa di qualcun altro, la responsabilità individuale non esiste, tanto meno il dramma, l’incidente, il caso. Fino e oltre il grottesco di raccontare gli ospedali, il luogo dove la mortalità infantile e post parto sono state praticamente cancellate (da decenni ma neanche moltissimi) come il luogo che le partorienti devono temere come ostile e pericoloso. Viziacci brutti, molto brutti dell’informazione/comunicazione. Spesso perdonati anche se imperdonabili. E comunque purtroppo probabilmente irredimibili.