I residenti di Fukushima non se ne vanno

TOKYO, 6 GIU – Le amministrazioni dei centri abitati nelle vicinanze della centrale nucleare di Fukushima preparano piani indipendenti di evacuazione volontaria, sulla scia dei timori dei residenti per l'alto livello di radioattivita', superiore potenzialmente ai limiti decisi dal governo nipponico. Le iniziative per lasciare in via temporanea le aree piu' a rischio riguardano le persone che abitano subito fuori dalla zona di evacuazione programmata, che si estende nel raggio tra 20 e 30 km dall'impianto in avaria, dove secondo le ultime stime si potrebbero avere anche 21,7 millisievert d'esposizione annua, oltre la soglia massima di 20 millisievert fissata dal governo di Tokyo per l'emergenza.
Le citta' di Date e Soma, a nord della centrale, intendono offrire alloggi e strutture di supporto per chi decidera' di andarsene, anche se, malgrado il pericolo concreto per la salute, molti preferiscono restare: secondo i sondaggi fatti dai rispettivi comuni e riportati dallo Yomiuri Shimbun, a Ishida, quartiere di Date, solo 48 persone di 15 famiglie, su un totale di 160 residenti (44 nuclei familiari) hanno espresso il desiderio di lasciare l'abitazione, e ancora meno, 10 famiglie su 161, nel distretto Tamano di Soma, che confina con il villaggio in via di evacuazione di Iitatemura.
L'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare ha promesso di aumentare i controlli e informare subito la popolazione delle zone piu' a rischio, confidando che il progressivo abbassamento della radioattivita', gia' in atto, non renda necessarie evacuazioni di massa oltre l'area a 30 km dalla centrale. Le informazioni sulla crisi nucleare, spesso tardive e riviste col passare del tempo diffuse delle autorita' centrali e della Tepco, il gestore dell'impianto disastrato, hanno tuttavia alimentato insicurezze tra i residenti di Fukushima.

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