Il condannato Tanzi rimane “Cavaliere del Lavoro”. E come lui tanti altri

190520_MIL106_APCalisto Tanzi, l’uomo che con i bond Parmalat ha truffato migliaia di risparmiatori, è ancora Cavaliere del Lavoro. Eppure per ricevere questa onorificenza bisogna «aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale» e «non aver svolto né in Italia né al­l’estero attività economiche lesive dell’economia nazionale».

Eppure Tanzi è stato condannato, in primo grado, a dieci anni per aggiotaggio e truffa. Eppure ha patteggiato due anni per la bancarotta Eurolat. Eppure il processo per il fallimento Parmalat è ancora in corso.

Nessuno, a quanto pare, si è però premurato di ritirargli il titolo. Non solo, Tanzi ha anche la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e del­­l’arte che «premia quanti hanno illustrato la Nazione».

Un caso che, a quanto pare, non è isolato in Italia. A fare compagnia a Tanzi, ci sono altri benemeriti perlomeno “dubbi”. Allora, ecco il Cavaliere del lavoro Roberto Calvi, impiccatosi dopo il fallimento del Banco Ambrosiano. Anche lui medaglia d’oro.

Il generale Giovanni De Lorenzo, golpista mancato, è Cavaliere di Gran Croce. Umberto Ortolani, braccio destro di Licio Gelli, è Grande Ufficia­le al merito della Repubblica.

Ma il riconoscimento che suscita sorrisi nei più maliziosi è quello conseguito da Duilio Poggiolini. Uno dei maggiori responsabili della malasanità campana è insignito del titolo di «Be­nemerito della salute pubblica» con la «Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica».

Gestione cookie