Corano bruciato da un profugo iracheno davanti alla moschea di Stoccolma (Svezia ). Due o tre cose bisogna pur dirle.
Rogo incivile, inutilmente provocatorio, spregevole . Per di più autorizzato dal Tribunale . E da una Polizia indecifrabile: prima autorizza il dileggio, poi denuncia il piromane “per istigazione all’odio e per il rogo”. Una norma del Municipio vieta di “accendere fuochi in pubblico”. Sorprendente. Detto questo è il caso di fare alcune riflessioni. Parliamone.
1) IL MONDO ISLAMICO, FERITO NEL CORANO, REAGIRÀ
È inevitabile. L’indignazione è globale, non solo gli estremisti religiosi sono già in agitazione ma è tutta la comunità islamica che si sente offesa. Ha già avvertito l’AKP il partito di Erdogan:” Continueremo a lottare contro questi atti maledetti nel modo più forte possibile in tutti gli ambiti “.
2) LA FURIA DEGLI ESTREMISTI RELIGIOSI NON PERDONA
È sempre stato così. Chiunque tocchi l’Islam non sfugge alla reazione furiosa degli estremisti religiosi. È stato così con le vignette di Charlie Hebdo che fu all’origine della strage del 2015 nella redazione di Parigi ( 20 morti ).
Undici anni prima – era il 2004 – il Mondo ha assistito alla uccisione del regista olandese Theo Van Gogh colpito per un film in cui denunciava la violenza sulle donne nel mondo islamico.
Anche Barak Obama nel 2012 ha dovuto fare i conti con le manifestazioni violente in seguito al film “ L’innocenza dei musulmani “. Dopo settimane di proteste arrivò puntuale l’attacco terroristico al Consolato USA di Bengasi in Libia in cui venne ucciso l’ambasciatore americano Chris Stevens.
Senza dimenticare il caso dello scrittore Salman Rushdie accoltellato negli USA (2022) per i suoi “versi satanici” che gli sono costati un duro prezzo. E a distanza di 34 anni è stato colpito e ha perso la vista in un occhio e l’uso di una mano.
3) PESSIMI RICORDI TORNANO
La storia della inciviltà è costellata di simili roghi accesi non solo dai nazisti che il 10 maggio 1933 con il ministro della propaganda Goebbels bruciò 25.000 volumi nella sola Berlino. C’è un memoriale che ricorda l’orrore di quella notte. Sono le parole di Heinrich Heine, datate addirittura 1820:” La’ dove si bruciano i libri si bruciano anche gli uomini”. Concludendo: è inquietante che nel 2023 si ripropongano nell’occidente europeo scene che abbiamo visto nelle piazze di regimi dittatoriali e teocratici.