Il governo: arriva più sicurezza. Il sindacato: lavoro più rischioso

Il governo ha praticamente definito la nuova normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Non è ancora legge, ma è un testo, un decreto legislativo, che l’esecutivo vuole far approvare dal Parlamento garantendosi anche una buona dose di consenso tra le cosiddette “parti sociali”. Ha certamente quello di Confindustria, Cisl e Uil restano prudenti, la Cgil è fortemente contraria.

La questione e la ragione di dissidio ruotano sulle sanzioni in caso di inadempienze da parte dei datori di lavoro. Il governo Prodi aveva inasprito la normativa, aumentato la possibilità concreta di una pena detentiva per l’imprenditore in caso di gravi e ripetute mancanze.

Ora il governo Berlusconi non cancella del tutto l’ipotesi della galera ma la rende estremamente improbabile e torna a preferire la strada delle sanzioni pecuniarie.

Il ministro Sacconi smentisce che si vogliano allentare controlli e sanzioni per non penalizzare le imprese in tempi di crisi. Proprio di questo è invece sicura la Cgil. Sacconi spiega che pene e rigore restano quando le violazioni sono sostanziali ma non si paralizza l’azienda in caso di violazioni solo formali.

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