IL MIRACOLO ELETTORALE DI BERLUSCONI

Pubblicato il 14 Aprile 2008 - 22:55 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera pubblica un editoriale di Massimo Franco sulla vittoria di Berlusconi intitolato ”La grande occasione”. Lo riportiamo di seguito:

”In neppure due anni, Silvio Berlusconi e il centrodestra si sono ripresi il governo del Paese. E con una nettezza che ha, se non smentito, certo dimostrato esagerate le previsioni diffuse di un testa a testa. Messo di fronte alla responsabilità di una scelta, l’elettorato ha risposto consegnando le chiavi del potere all’uomo che dal 1994 ha plasmato il fronte moderato e la stessa opposizione. È vero che il numero dei votanti è calato. Ma il fatto che non sia sprofondato sotto il muro dell’80 per cento conta non solo simbolicamente.

Si conferma il malessere nei confronti della classe politica, senza tuttavia renderlo allarmante. E per Berlusconi si tratta di un successo doppio. Non si assiste soltanto al suo ritorno prevedibile a Palazzo Chigi. La novità è che la reinvestitura avviene dopo una campagna elettorale nella quale non ha promesso miracoli; né lasciato intravedere soluzioni indolori in economia. Seppure fra le solite battute e battutacce, si è presentato nella veste dell’imprenditore chiamato a fronteggiare un periodo di grave crisi.

Il suo miracolo è stato quello di farsi accettare anche nella nuova veste di premier senza bacchetta magica; e di interpretare una voglia prepotente di sicurezza. L’affermazione vistosa della Lega la riflette, senza tuttavia averne l’esclusiva. Ma la metamorfosi del Cavaliere ha avuto successo per i suoi meriti e, in buona parte, grazie ai limiti degli avversari. Per il Pd la sconfitta è netta quanto la vittoria berlusconiana. Walter Veltroni ha svuotato l’estrema sinistra; ma non è riuscito a sottrarre consensi al centro, mancando la scommessa di conquistare i voti moderati.

La rimonta, che c’è stata, finisce così per sottolineare la misera base di partenza del centrosinistra. Per questo, già si intravede la domanda drammatica e forse lacerante che da oggi aleggerà nella nuova opposizione: ha perso Romano Prodi o Veltroni? Certamente, il segretario del Pd non è riuscito a far dimenticare del tutto il governo dell’Unione. Ma questo rinvia a Prodi. La sua autoesclusione dalla sfida non è bastata a cancellare i danni accumulati giorno dopo giorno per una lettura sbagliata del risultato del 2006, per le scelte economiche e per le liti nella sua coalizione. Il saldo è un radicale riflesso d’ordine, che il berlusconismo è riuscito ad intercettare, come nel 1994 e nel 2001.

Ma stavolta il centrodestra non avrà alibi, né potrà regalare illusioni; e lo sa. La maggioranza che gli italiani gli consegnano è a prova di ribaltoni, pasticci e scaricabarile. Il problema è di legittimarla con provvedimenti seri ed incisivi. Con una consapevolezza in più: non solo l’elettorato ma la comunità internazionale osservano l’Italia tornata berlusconiana con una miscela di scetticismo, allarme e attesa. Ed i primi due, finora, hanno prevalso”.