Il piccolo viticoltore sardo racconta: come abbiamo battuto il gigante Redbull: Mamoiada, centro della Barbagia

Il piccolo viticoltore sardo racconta: come Davide abbiamo battuto il gigante Golia di Redbull: Mamoiada, centro della Barbagia, contro la multinazionale

di Marco Benedetto
Pubblicato il 12 Novembre 2023 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Il piccolo viticoltore sardo racconta: come abbiamo battuto il gigante Golia di Redbull: Mamoiada, centro della Barbagia, contro la multinazionale

Il piccolo viticoltore sardo racconta: come abbiamo battuto il gigante Golia di Redbull: Mamoiada, centro della Barbagia, contro la multinazionale

Il piccolo viticoltore sardo racconta: come Davide, abbiamo battuto il gigante Golia di Redbull. Ecco il racconto in prima persona di Mattia Muggittu, 23 anni, residente a Mamoiada, centro della Barbagia.

A Mamoiada, riferisce Muggittu, c’è una forte vocazione per la viticoltura, quindi non è strano che ogni famiglia, abbia almeno un vigneto da cui si produce il vino per scorta personale ecc.

“I miei genitori, nonostante abbiano un’altra attività a Nuoro, decisero, una trentina di anni fa, di comprare un terreno, circondato da un vecchio vigneto (Sae Bisconte) dove costruirono una casa in campagna”.

Quel posto diventò punto di ritrovo di tutta la famiglia. In Muggittu senior invece, accese una passione per la viticoltura, che lo portò ad impiantare diversi vigneti negli anni.

“Fin da piccolo, mi resi conto che in questo ambiente mi sentivo a mio agio, mi piaceva, e quindi si accese la scintilla per intraprendere questa strada, imparando negli anni, tanti segreti di questo mestiere”.

Inizialmente la produzione di vino non andava al di fuori di quella del vino sfuso.

Prosegue il racconto di Mattia Muggittu. “Nel 2018, quando presi il diploma in economia e marketing, decisi di iscrivermi alla facoltà di enologia a Oristano, per prendermi il titolo da enologo. Pari passo con gli studi quindi, in me era nata una grande voglia di far diventare questo “hobby” in un vero e proprio lavoro, quindi l’idea di mettere il vino in bottiglia e commercializzare il tutto. Supportato dalla mia famiglia, iniziai a lavorare anche sul marchio”.

L’idea era di rappresentare un simbolo che sappresentasse il territorio. Dato che ancora oggi a Mamoiada vengono utilizzati i due buoi per arare i vigneti, mentre nella maggior parte dei territori sono ormai scomparsi, Mattia Muggittu decise di raffigurare questo simbolo nel logo.

L’altra parte del marchio invece sono i disegni concentrici, che non sono altro che i disegni che ci sono scolpiti in una stele di 3500 anni fa, perda Pintà o chiamata anche stele di Boeli, che si trova nella zona dove sorge anche la cantina dei Muggittu (Boeli). Quindi di conseguenza Boeli, il toponimo della zona.
Poco piu di un anno fa il colpo di scena. “Mi arrivò una pec dal legale della Redbull, in cui mi diceva che io non potevo usare questo marchio perché era evidente che io avessi copiato da loro, quindi giocavo di concorrenza sleale, e potevo sfruttare la loro visibilità con il mio marchio. Loro sono risaliti al marchio, perché io l’ho registrato in camera di commercio, quindi nei 9 mesi di tempo obbligatori per registrare, loro si sono opposti”.
A questo punto però è intervenuto l’ufficio brevetti nazionale italiano, che aveva il compito di valutare la situazione e decidere se effettivamente il marchio sardo era confondibile o meno.
La decisione dell’ufficio brevetti nazionale è stata in favore dei Muggittu: “Il nostro logo non era confondibile ma rispecchiava la nostra tradizione millenaria. Quindi la cantina Muggittu ha tenuto il marchio.

È stata una grande emozione e soprattutto una grande soddisfazione.