Il terzo mandato agita le acque nel Centrodestra ma anche il Pd è diviso, Meloni e Schlein ferme sulla linea dura. La Lega non ha ritirato gli emendamenti al decreto sull’Election Day – uno per i governatori, l’altro per i sindaci – e Salvini, ha battuto il naso. Il regolamento di conti è rimandato alla settimana entrante, l’ostaggio è il premierato.
Il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni, ha provato fino all’ultimo a convincere i leghisti a ritirare l’emendamento per elevare a tre il limite dei mandati per i presidenti di Regione.
Niente da fare. Se non ce l’ha fatta quel volpone di Balboni – scuola ferrarese,anni di guerriglia con Dario Franceschini e Ninuzzo Cristofori, veterano del Parlamento (5 legislature), abile avvocato, nella mischia politica a gomitate dal 1985, tra i fondatori di Fratelli d’Italia – se non ce l’ha fatta lui, vuol dire che l’affare è serio, che è muro contro muro: di qua’ Salvini, di la’ Meloni e Tajani pur con sfumature diverse. Il Centrodestra si dividerà? Salvini, intervenuto a “Mattino Cinque “ – programma televisivo mattutino di informazione su Canale 5 – lo ha escluso. Sarà.
DECIDERÀ IL PARLAMENTO
Lo hanno detto apertamente sia Salvini che Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Entrambi hanno dichiarato solennemente:”Riteniamo giusto che i governatori che hanno ben amministrato, possano essere rieletti”. Ironico Luca Zaia dal salone di Palazzo Balbi in Venezia: ”Come sapete ho i giorni contati ma continuo a pensare che un amministratore debba sempre lavorare pensando anche a quello che verrà dopo di lui”.
ANCHE IL PD SOFFRE
Il terzo mandato divide e lacera anche il Pd. Elly Schlein ha congelato la decisione, demandata ad apposito “gruppo di lavoro” nella speranza che a risolvere il dilemma fosse la maggioranza, appunto con il ritiro dell’emendamento. Non è andata così. Ergo, si profila una discussione calda “ma alla fine il Pd ha votato contro il terzo mandato.
I conti si regoleranno dopo le elezioni regionali di oggi, 25 febbraio 2024.