IL TORMENTONE ALITALIA

di Giancarlo

Io non ne posso più del tormentone Alitalia. In qualsiasi altro paese del mondo una società che perde sistematicamente e da anni più di un milione di euro al giorno avrebbe, da tempo, portato i propri libri contabili in tribunale. Invece al capezzale di questo malato, da tempo terminale, si sono avvicendati "dotti, medici e sapienti" ognuno con una ricetta diversa e con una parcella scandalosa. Per nessun’altra azienda, in tutta la storia della Repubblica, si è fatto e si sta facendo quello che si fa per Alitalia. Perchè? Con quale logica? Ed a che titolo? Mi rendo conto che le mie sono domande semplici che presuppongono risposte complicate. Bisogna avere il coraggio di dire basta. Per anni Alitalia è stata l’azienda dei privilegi contrattuali senza avere un PEF degno di questo nome. La Fenice risorgeva dalle proprie ceneri ma per farlo era necessario che bruciasse. Certo il problema dell’occupazione è grave e drammatico e le responsabilità di questa catastrofe sono equamente divise tra l’intransigenza dissennata dei sindacati ed il dilettantismo delle varie classi politiche che si sono avvicendate negli anni; ed in questo allucinante festival degli orrori, la soluzione CAI è peggiore del male perchè l’arrosto andrebbe ai "coraggiosi imprenditori" e il fumo (debiti) alla comunità. Questa sorta di accanimento terapeutico è completamente privo di senso. Alitalia è morta dieci anni orsono abbiano tutti il coraggio di ammetterlo. Lasciamo bruciare la Fenice e rimbocchiamoci le maniche per farla risorgere.

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