Ilan Fernandez/ Da carcerato a imprenditore. Anche il cinema corteggia l’ex trafficante, ideatore del marchio “De Puta Madre ’69”

Ilan Fernandez

Quando è il caso di dire che «non tutti i mali vengono per nuocere». Ne sa qualcosa il colombiano Ilan Fernandez che è passato da una cella del carcere Quatre Camins di Barcellona a milioni di fatturato, dopo aver scarabocchiato una maglietta. Arrestato nel 1985 per traffico internazionale di armi e droga è diventato dopo 9 anni di reclusione l’imprenditore d’abbigliamento di maggior successo tra i teenager con l’irriverente marchio “De Puta Madre ’69”.

Adesso la straordinaria storia diventerà un libro, “Suerte”, scritto da Giulio Laurenti, che ha realizzato una sorta di intervista romanzata a Fernandez che uscirà per Einaudi a gennaio 2010.  Con il suo marchio, Fernandez ha tappezzato t-shirt, jeans, giubbotti, maglioni, copricasco e recentemente anche una bevanda energetica. Anche alcuni produttori cinematografici sarebbero interessati, tanto che dall’Italia e dagli Usa stanno avanzando proposte per trasformare in film l’avventura di questo ex trafficante, a quanto si apprende da Adnkronos che lo ha intervistato.

Fernandez oggi vive tra Roma e Milano Marittima e proprio nella capitale ha il quartier generale della sua produzione, in uno stabilimento di via di Pietralata. «Tutto è iniziato in cella, dove sono finito a 18 e sono restato per nove anni, che sono davvero lunghi – racconta Fernandez –  così un giorno ho cominciato a disegnare sulle T-shirt col pennarello quella che da voi suona come un’imprecazione, “de puta madre” appunto, ma che nello slang spagnolo si usa per dire “sto una favola”. Il “69” invece rappresentava il pensiero fisso di ogni carcerato: il sesso. Ne regalai una ad un secondino che tornò raccontandomi che il fratello era andato in discoteca con quella maglietta e tutti la volevano. Così ne disegnammo altre. Ma eravamo comunque in carcere, il fenomeno non poteva esplodere al livello industriale».

De Puta Madre '69

L’ex carcerato ha sottovalutato il potere del suo brand, il significato contenuto il quell’espressione letteralmente volgare e dissacrante, ma che nel gergo giovanile, racchiude il respiro a pieni polmoni, il desiderio appagato, la risata di stomaco, la goduria, il benessere, la pace dei sensi. Come stai? “De puta madre”. Se poi si aggiunge il “69”, vuol dire:  meglio di così, non si può.

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