Immigrati, Guardian: 'Profughi lasciati morire'. La Nato: "E' falso"

ROMA – L'accusa e' gravissima. La Nato non intervenne per soccorrere un barcone di migranti naufragato nel Canale di Sicilia alla fine di marzo: 61 i morti, tra cui donne e bambini. E' quanto emerge da un'inchiesta del Guardian, che punta l'indice su una portaerei, forse la francese Charles de Gaulle, che avrebbe fatto finta di niente, ma la Nato precisa: ''in quei giorni c'era solo una portaerei sotto il nostro comando, l'italiana Garibaldi, ma si trovava a 100 miglia al largo. L'informazione e' dunque sbagliata''. Una smentita che non e' servita a mettere a tacere le richieste di chiarimenti, arrivate da piu' parti. Anche dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo cui se la storia del mancato soccorso fosse vera ''sarebbe grave''; dal Consiglio d'Europa, che chiede che ''venga aperta immediatamente un'inchiesta'' e – in Italia – dal Pd, che ha presentato due interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato. Il barcone era partito da Tripoli il 25 marzo scorso ed era diretto a Lampedusa. A bordo 72 migranti di varie nazionalita', comprese 20 donne e due bambini piccoli, uno di un anno. Secondo la ricostruzione del Guardian, basata sulle testimonianze dei sopravvissuti e di altri che erano in contatto con con i passeggeri durante la traversata, i migranti utilizzarono il telefono satellitare di bordo per contattare a Roma don Mose' Zerai (un sacerdote eritreo presidente dell'agenzia Habeshia che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo) che a sua volta contatto' la Guardia costiera italiana. Questa garanti' a Zerai che l'allarme era stato lanciato e che tutte le autorita' competenti erano state allertate, circostanza che oggi viene confermata dal Comando generale delle Capitanerie di Porto, al pari di quanto un portavoce ha dichiarato al quotidiano britannico, e cioe' che venne avvisata Malta che l'imbarcazione si stava dirigendo verso la sua zona di ricerca e soccorso e che venne diramato un allerta. Il Guardian pero' afferma che le autorita' maltesi hanno negato di avere mai ricevuto tale indicazione. Sempre secondo la ricostruzione del quotidiano britannico, un elicottero militare sorvolo' il barcone e uomini in tenuta militare consegnarono ai migranti bottigliette d'acqua e biscotti, garantendo che da li' a breve sarebbero giunti soccorsi. Che pero' non arrivarono mai. Il giornale – sottolineando che nessun Paese ha ammesso di aver inviato quell'elicottero – aggiunge che il barcone fu cosi' lasciato al suo destino: due giorni dopo aveva perso la rotta, esaurito il carburante ed era in balia delle correnti. Fino a quando, tra il 29 e il 30 marzo, vi passo' molto vicino un mezzo della Nato, una portaerei in particolare, stando alle testimonianze raccolte dal giornale, talmente vicino che era impossibile non notare il barcone. ''Il risultato – ribadisce oggi don Zerai – e' che per 16 giorni 72 persone sono state abbandonate in mare. Oltre 60 sono morte. Quella gente ha chiesto aiuto, nessuno ha fatto niente e questo e' un crimine che non puo' rimanere impunito''. ''Tutti devono cooperare per aiutare queste persone. Il Mediterraneo non puo' diventare terra di nessuno'', aggiunge Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr. Il Guardian scrive che, stando alle verifiche effettuate, e' possibile che il mezzo Nato in questione fosse la portaerei francese Charles de Gaulle, ma la Nato definisce l'informazione ''sbagliata''. Da Bruxelles, la portavoce Carmen Romero ha precisato che ''una sola portaerei era sotto il comando Nato in quella data, la portaerei italiana Garibaldi, e si trovava a piu' di 100 miglia nautiche al largo. Di conseguenza, ogni affermazione che una portaerei della Nato ha individuato e ignorato l'imbarcazione in difficolta' e' sbagliata''. La smentita di Bruxelles fa dunque esplicito riferimento a 'una portaerei', ma la portavoce precisa che tutte le unita' sotto il comando Nato ''sono pienamente consapevoli'' del fatto che il diritto marittimo internazionale obbliga al soccorso delle imbarcazioni in difficolta'. Tant'e' vero che, in due interventi compiuti nella notte del 26-27 marzo, a 50 miglia da Tripoli, furono salvate, rispettivamente, 300 e 210 persone. E se la nave coinvolta non fosse una nave Nato? La portaerei francese de Gaulle, secondo quanto si e' appreso, si trovava effettivamente in zona, ma da Parigi non sono finora arrivati commenti. Riguardo all'Italia, fonti qualificate escludono che navi militari o elicotteri, sia sotto comando Nato o nazionale, si siano mai imbattuti in barconi in difficolta' e non abbiano prestato soccorso.

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