Immigrazione record in Gran Bretagna ma grazie a Brexit mancano lavoratori, come in Italia per il reddito grillino

Immigrazione record in Gran Bretagna, arrivati nel 2022 ben 1,2 milioni di persone, saldo netto 606 mila. Eppure grazie a Brexit mancano lavoratori, come in Italia per colpa del reddito di cittadinanza.

Sotto attacco Suella Braverman, figlia di immigrati indiani,ministro dell’Interno espresso dal partito conservatore  nel governo presieduto dall’indiano Rishi Sunak. Suella Braverman è stata accusata di aver perso il controllo della gestione dei flussi immigratori.

I dati forniti dall’Office for National Statistics (ONS) rilevano che l’immigrazione netta abbia raggiunto nel 2022 il record di 606.000 persone, con 1,2 milioni di persone arrivate a vivere nel paese nonostante il governo nel 2019 avesse assunto l’impegno di ridurne il numero complessivo. Nessun commento da parte della Braverman che per altro non si è presentata alla Camera dei Comuni per rispondere ad una interrogazione urgente sulla questione.

Di fronte a questi dati non si sono fatte attendere le razioni negative sia da parte Tory sia dai laburisti. Alcuni conservatori hanno dichiarato al giornale Independent che il Ministro degli Interni è diventata un problema e Rishi Sunak potrebbe doverla licenziare.

Il deputato Aaron Bell ha richiamato gli impegni presi in campagna elettorale e avvertito Sunak che gli elettori si aspettano risposte certe. Il collega Martin Vickers ha sottolineato come di fronte a questa nuova escalation immigratoria si possano perdere consensi legati a promesse mancate, anche se rimane il dubbio che la Braverman venga usata in realtà come scudo dal Capo del Governo Sunak.

I laburisti si chiedono attraverso le parole del ministro degli Interni ombra, Yvette Cooper, quale politica stia attuando il Ministro degli interni e perché non chiarisce la sua posizione.

Braverman ha risposto alle critiche annunciando di voler intervenire sul numero degli studenti stranieri, limitando fortemente, da una parte, i visti alle loro famiglie e, dall’altra, riducendo il periodo di tempo in cui i laureati stranieri possono lavorare nel Regno Unito.

Presa di posizione che ha indotto la deputata tory Alicia Kearns, presidente della commissione Affari esteri, a chiarire come gli studenti non dovrebbero essere conteggiati nei dati sull’immigrazione netta e come i dividendi del soft power come superpotenza accademica sono significativi.

I dati ufficiali mostrano, infatti, che ci sono altri fattori che incidono pesantemente sul conteggio. Per esempio, la carenza di manodopera in settori nei quali, prima della Brexit, erano impiegati lavoratori UE (c.d. migrazione economica). Gli attraversamenti clandestini della Manica che hanno raggiunto un nuovo record sebbene costituiscano solo una piccola percentuale del totale complessivo delle migrazioni nel Paese. Si parla di circa 45 mila persone di cui il 90% ha fatto domanda di asilo. Ma anche coloro che sono arrivati nel Regno Unito tramite programmi governativi istituiti per afghani, ucraini e cittadini britannici a Hong Kong.

Dal canto suo, il Primo ministro Sunak, durante un’intervista sulla ITV in “This Morning”, ha negato qualsiasi accusa e ribadito l’intenzione del governo di ridurre i flussi migratori, pur ammettendo che alcune procedure richiedono tempi più lunghi del previsto.

 

 

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Maria Vittoria Prest