IN DIFESA DELLA GELMINI

di Eleonora

La Gelmini dovrebbe addirittura DIMETTERSI? Ossignur! Ma qui gridiamo alle dimissioni con cognizione di causa o a casaccio? Immaginiamo dunque il proclama della ministra: «Mi dimetto perché ho sostenuto l’esame di concorso a Reggio Calabria». Conseguenza logica: tutti coloro che sono diventati avvocati a Reggio Calabria dovranno smettere di esercitare, suppongo. E quelli di Palermo? Allora facciamo così: avvocati rimangono solo coloro che si sono laureati a Padova, mentre i furbetti che le hanno preferito Bari (volevate scamparla, eh?) li dichiariamo «non idonei all’esercizio della professione». Decidetevi, a sinistra: o l’avercela con il Sud è da razzisti, oppure siete i primi a reputarlo un covo di incapaci. Il pendolismo pur di attaccare vi ha già stroncato alle urne. Dispiace che i successi di questo governo e il buon senso delle proposte che emergono da buona parte dei ministri (buon senso senza ideologia, morbo mortale per la sinistra italiana), scateni questa paralisi dei cervelli. La ministra Gelmini non ha commesso alcun reato, ha usufruito di una possibilità che lo Stato italiano concede a tutti, ovvero di sostenere l’esame dove pare, piace e conviene. Questo non le impedisce di dire che la scuola al Sud funzioni meno. C’è chi, per motivi di orgoglio (parole di amici avvocati) insiste su città impossibili per anni e chi, invece, per fare prima e non rimanere al palo per l’ennesima barriera inutil-burocratica, opta per il «facciamo subito». Tutti bacchettoni? E’ la vita che dimostra chi vale e chi no, non certo un esame ai limti del ridicolo. E mi sembra che questa donna, visto dove è arrivata, si meritasse di non perdere tempo.

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