Incognita Lega per il governo: pesa il risultato del referendum

ROMA – Le ricadute che l'esito del referendum rischia di avere sul governo – alla vigilia di una verifica parlamentare dai numeri ballerini – e il nervosismo nella squadra dei ministri (ieri il botta e risposta a distanza tra Giulio Tremonti e Roberto Maroni sulla riforma del fisco) danno non pochi pensieri a Silvio Berlusconi. Nonostante il premier abbia ribadito che la tenuta dell'esecutivo non e' in discussione, anche nel caso i quesiti referendari ottengano il quorum, nella maggioranza non si nasconde la preoccupazione. Il piu' nervoso e' Umberto Bossi.

Dopo lo 'schiaffo' preso alle elezioni amministrative, il Senatur punta tutto sul raduno di Pontida per iniziare a recuperare il consenso perduto. Un appuntamento a cui la Lega vuole arrivare preparata, giocandosi la carta della riforma fiscale come promessa da mantenere con il popolo padano.

''A Pontida tireremo fuori la soluzione per trovare i soldi, e riuscire a fare la riforma fiscale che aiuti le nostre imprese'', anticipa il leader del Carroccio, confermando come la questione fiscale rappresenti anche per la Lega l'obiettivo piu' importante. Il Senatur non esita ad indicare la ricetta per reperire i fondi necessari. Una serie di soluzioni che suonano come un messaggio indiretto al Cavaliere: ''I soldi per fare la riforma ci sono – dice – basta chiudere le missioni all'estero'', a partire da quella in Libia costata ''un miliardo di euro''. A questo va aggiunta la tassazione ''delle grandi banche'', mentre e' bocciata su tutta la linea la proposta di Confindustria di procedere con i tagli orizzontali e selettivi. L'obiettivo del leader dei lumbard e' chiaro: recuperare quella fetta di elettorato delle piccole e medie imprese che con il voto amministrativo hanno voluto inviare un segnale di sofferenza.

Bossi preferisce tenersi lontano dalle polemiche tra il titolare del Tesoro ed il ministro dell'Interno: si limita ad osservare che di fronte al rischio ''di finire come la Grecia'' e' ''giusto che Tremonti sia prudente''.

Che la Lega cerchi il modo di riconquistare nel piu' breve tempo possibile i suoi elettori e' ormai cosa nota: ecco perche' di fronte al rischio dell'ennesima batosta che potrebbe arrivare dal responso delle urne, il leader del Carroccio non esita a smarcarsi dal Cavaliere, ''colpevole'' sui quesiti referendari di aver perso ''la sua capacita' di comunicare in tv''.

Un'accusa a cui il Cavaliere non replica ufficialmente, evitando un nuovo fronte polemico. Pero' l'incognita sulle 'mosse' del Carroccio in vista dell'appuntamento di Pontida preoccupano il Pdl in vista soprattutto della verifica parlamentare. Appuntamento che cade pochi giorni dopo il raduno leghista. E' bastato che il leader del Carroccio tornasse a riaccennare all'ipotesi di spostare i ministeri al Nord perche' si riaprisse lo scontro con il Popolo della Liberta'. Oltre alla Lega, a impensierire i dirigenti del Pdl sono i numeri della maggioranza. Alle fibrillazioni del gruppo dei Responsabili c'e' da aggiungere il malumore di Gianfranco Micciche', leader di Forza Sud, pronto a portasi dietro un drappello di deputati in un nuovo gruppo autonomo.

Un'impasse da cui il Cavaliere provera' ad uscire puntando tutto sulla riforma fiscale. Provvedimento caro anche al ministro dell' Economia Giulio Tremonti. Dopo la querelle ieri con Maroni, il titolare del Tesoro sceglie lo stesso palco (il convegno della Cisl) per annunciare che sul provvedimento si e' al rush finale: indica non solo la data (18 giugno) per la presentazione degli studi effettuati dal Ministero sulla riforma, ma anche le ipotesi per metterla in pratica in modo da reperire le risorse necessarie.

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