Incubo attentati. Hamas ha minacciato (anche) l’Italia definito “Paese aggressore”. Paghiamo la nostra astensione all’Onu sulla mozione per la tregua.
Una astensione bollata come pilatesca. Corriamo rischi di attentati jihadisti. Come è accaduto a Bruxelles (uccisi due tifosi svedesi); come è accaduto in Uganda (ammazzati due turisti britannici). Che fare, allora? Ci permettiamo due o tre riflessioni.
1) MANTENERE IL DIALOGO CON IL MONDO ARABO
L’Italia storicamente ha sempre tenuto buoni rapporti con il mondo arabo, da Moro ad Andreotti, a Craxi. È stato il nostro un Paese che ha saputo dialogare con quel mondo.
E come dice l’analista Strazzari (scuola Sant’Anna di Pisa): ” Per molti versi ha funzionato anche se non è stato tutto rose e fiori visto che il terrorismo ha colpito anche da noi. Ma adesso questa linea sta cambiando e il voto di giorni fa all’Onu lo rende plastico.
“I motivi sono tanti. Il fatto è che siamo in una fase completamente diversa, non c’è più il nazionalismo arabo laico ma una proliferazione di autocrati e di esponenti dell’islamismo politici. E poi con la guerra in Ucraina c’è stato un comportamento dell’Occidente attorno all’asse Atlantico nel quale l’Unione Europea, al di là del sostegno a Kiev, non ha saputo trovare una linea propria”.
2) COSTRUIRE UNA PROPRIA LINEA
L’attuale capo del Consiglio per le Relazioni Internazionali del gruppo a Gaza, l’ex ministro della Sanità di Hamas il 60 enne Basem Naim, vede l’Italia soprattutto nella vicenda Ucraina ,al traino di Stati Uniti e Israele. L’astensione all’Onu ci ha inguaiato.
Più astuta è stata la Francia che il giorno prima del voto all’Onu ha equiparato Hamas all’Isis ma poi il giorno dopo ha votato a favore della tregua umanitaria. Mantenere i fili del dialogo col mondo arabo è una mossa da tenere presente. Oggi più che mai.
3) CANCELLARE I DUBBI PER LA NEUTRALITÀ
Anche in Vaticano l’equidistanza del Papa nella situazione israelo-palestinese ( “ La guerra è sempre una sconfitta“) ha creato dei malumori tra gli stessi Cardinali.
L’attacco del 7 ottobre ha provocato tensioni tra TelAviv e il Vaticano dopo la dichiarazione dei Patriarchi di Gerusalemme. Ergo l’Italia deve chiarire le sue posizioni. Al più presto. Fugare ogni dubbio. Invocare la tregua umanitaria.
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