Insidie Web, giovani nel mirino, raddoppiati i ricatti sessuali che fare? primo, controllare le chat

Insidie web: giovani nel mirino. È allarme. I ricatti sessuali siamo raddoppiati nei primi sei mesi del 2022.

Lo certifica, con crescente preoccupazione, il “Servizio di analisi criminale” della Direzione centrale della Polizia di Stato. E l’orrore galoppa. Sono in aumento del 94% i reati connessi alla cosiddetta “sextortion”; cioè le estorsioni criminali per ricattare una persona sulla base di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti sessuali (o masturbazione). Le vittime appartengono in gran parte alla fascia 14-17 anni.

INSIDIE DI ABUSI SU MINORI ONLINE

Non solo sextortion. Ci sono l’adescamento online, il cyberbullismo (violenze perlopiu’ via internet). Gli autori? Il 32% rientrano nella fascia 45-64 anni, il 30% nella fascia 35-44, il 22% nella fascia 25-34, l’11% sono Under 24. E  chi sono? Soprattutto i maschi (88%), stranieri in particolare (77%). Le femmine sono il 12%.

Il mondo della perversione sessuale sembra inarrestabile. I casi scoperti si contano ormai a centinaia. Il solo adescamento online ha registrato quasi  900 casi nel biennio 2020-2021.

MA PER FAVORE NON DIAMO LA COLPA AL TELEFONINO

Il telefonino non ha alcuna colpa. Ovvio. Eppure c’è una corrente di pensiero, nemmeno tanto modesta, che scarica le responsabilità sullo smartphone. No. Il telefonino non può essere accusato di ogni nequizia. È solo uno strumento, non un’arma. Le cronache di questi giorni ne hanno addirittura tessuto le lodi perché sapientemente usato come strumento di difesa. Riferimento alla piccola che col suo cellulare ha filmato gli abusi compiuti sui compagni di classe incastrando le suore manesche. Chi attribuisce le colpe allo smartphone lo fa per autoassolversi. Allora che fare ?

FIGLI LASCIATI TROPPO SOLI

Lo dicono fior di psicoterapeuti.  Troppi ragazzi sono trascurati, incontrollati. Viene concessa loro troppa disponibilità: carte prepagate e troppo poco controllate. Quindi la prima cosa da fare è controllare meglio le loro  chat, monitorare sempre gli  acquisti. Stare insomma sempre all’erta. C’è poi questa esplosione di sextortion. Come si spiega questo fenomeno?

L’interpretazione è unanime. Eccola: spesso i giovani che commettono certi reati non si rendono nemmeno conto della gravità delle loro azioni. Scatta un meccanismo psicologico chiamato “disimpegno morale”. Cioè, “prima di tutto ci sono io, l’altra persona è un mero oggetto” (Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza).  Infine è il caso di ricordare che internet è pieno di esche. Occhio ai messaggi accattivanti e ammiccanti, ai titoli ad effetto. Spesso sono bocconi amari per utenti-pesci.

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