PECHINO— Meno 30% di iPhone venduti nel mondo, la Apple taglia gli acquisti in America e in Cina gli operai vanno a casa. La Apple prevede di vendere il 30 per cento in meno di iPhone nel primo trimestre 2016 e di conseguenza sta riducendo gli ordini ai fornitori, aziende cinesi che producendo iPhone fatturano miliardi di dollari e danno lavoro a centinaia di migliaia di operai. La notizia, uscita sul giornale giapponese Nikkei, è stata rilanciata e integrata dal Wall Street Journal. Il titolo Apple ha perso in un mese il 13 per cento alla Borsa di New York e del 2,5 per cento nel solo giorno, martedì 5 gennaio 2016, quando Nikkei ha diffuso la notizia, che un portavoce di Apple, interpellato dal Wall Street Journal, non ha voluto commentare.
Ricordando di essere un Paese socialista, le autorità in Cina, dove lo sciopero è fuori legge e la sicurezza sociale non è certo come in Italia, hanno previsto una specie di cassa integrazione, come riferisce il Wall Street Journal. Il capo di una provincia dove operano fabbriche di iPhone ha stanziato sussidi per 12 milioni di dollari, cifra ingente se si pensa ai loro livelli retributivi. La città è Zhengzhou, nella Cina centrale, dove ha sede una fabbrica che occupa oltre 200 mila operai impiegati soprattutto a produrre iPhone. La produzione di iPhone in Cina passa per un fornitore locale, Foxconn, il cui nome ufficiale è Hon Hai Precision Industry Co.. Foxconn a sua volta appalta l’assemblaggio dello iPhone a varie fabbriche in Cina, mentre le varie componenti provengono da altre fabbriche specializzate, in Cina e in Estremo Oriente, inclusa Taiwan.
In base alle previsioni di vendita che Apple fornisce regolarmente ai suoi fornitori con mesi di anticipo e aggiorna di continuo, la Apple ha tagliato le stime, basandosi sulla domanda e sulle scorte di iPhone in magazzino.
Era stato tutto ampiamente previsto dagli analisti che avevano osservato mesi fa che Apple avrebbe faticato a aumentare le vendite. Il lancio dello iPhone 6S e 6S Plus è stato fatto da Apple in settembre 2015. Nota il Wall Street journal che il lancio seguiva un anno di boom di vendite mentre i nuovi modelli offrivano solo poche novità di rilievo.
In Ottobre, Tim Cook, capo di Apple, aveva detto di prevedere un aumento delle vendite da lì alla fine dell’anno confrontate con lo stesso periodo del 2014. Aveva però rifiutato di fare previsioni più a lungo termine.
I primi segnali si erano però già manifestati negli ultimi 2 mesi del 2015, quando le fabbriche che producono iPhone in Cina non utilizzavano a pieno la capacità produttiva in un periodo in cui solitamente erano assillati dalle richieste.
Questa volta invece molti lavoratori delle fabbriche di iPhone erano stati mandati in vacanza anticipata a partire da dicembre. Di solito in questo tipo di fabbriche le vacanze hanno inizio a febbraio.