Iran/ Proseguono gli scontri in piazza dopo le elezioni, governo imbavaglia organi di informazione

Pubblicato il 15 Giugno 2009 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

A migliaia, ancora in piazza, in un corteo che avanza e cresce di numero nonostante il divieto di manifestare. Teheran non si placa, Ahmadinejad ha sprezzantemente ridimensionato il tutto a “scontri di fine partita”, la polizia politica si è impegnata nella repressione, eppure un pezzo, almeno un pezzo d’Iran non ci sta.  Hossein Mousavi che aveva ha denunciato brogli elettorali è ricomparso in piazza. Al termine del weekend il bilancio è di circa 170 feriti.

Bilancio destinato a crescere: la manifestazione di piazza per protestare contro i risultati del voto è stata vietata dal il ministero dell’Interno. Le circa 300 persone che, nonostante il divieto, si erano radunate in piazza Enqelab, sono state poi invitate alla calma dallo stesso Mousavi, timoroso che la protesta fosse repressa nel sangue. Nel frattempo, però nonostante il “rompete le righe”, i sostenitori di Mousavi si stanno scontrando con quelli di Ahmadinejad per le strade della capitale. E altre centinaia, migliaia accorrono.

Il sospetto di brogli non ha lasciato indifferente persino l’ayatollah Alì Khamenei, suprema guida spirituale del paese. L’autorità religiosa ha infatti disposto al Consiglio dei guardiani della rivoluzione di aprire un’inchiesta su eventuali irregolarità. A poche ore dall’esito elettorale, lo stesso ayatollah aveva però accolto favorevolmente la riconferma del presidente in carica.

Il governo ha poi cercato di mettere il bavaglio anche agli organi di informazione: dopo aver oscurato Youtube, è stato bandito anche Kalameh Sabz, il giornale di Mousavi. Non è stata immune nemmeno la stampa straniera, tanto che i direttori dei canali pubblici tedeschi Ard e Zdf hanno scritto all’ambasciatore iraniano accusando le autorità di Teheran di impedire ai loro giornalisti di riferire su quanto sta accadendo nel Paese. Inoltre due giornalisti della televisione pubblica olandese sono stati espulsi perché filmavano gli scontri, così come una troupe della televisione pubblica spagnola Tve. Sul fronte mediatico, però, la risposta non si è fatta attendere. Alcuni hacker hanno oscurato il sito ufficiale di Amadienjad, e hanno colpito diversi giornali e siti web filo-governativi.