Bertinotti ha demolito Elly Schlein. L’ex presidente della Camera (dopo Casini, prima di Fini), ex sindacalista ma soprattutto leader storico di Rifondazione comunista (1994-2006), ha detto la sua sulla neo segretaria del Pd.
C’era da aspettarselo. Ha interrotto un lungo silenzio e a modo suo – per carità, con garbo, compitezza e proverbiale schiettezzza – ha affidato alla stampa il suo pensiero su Elly, una donna “che appartiene a una sinistra totalmente diversa dalla mia”. Ecco perché. Punto per punto. Senza sconti.
STORIA – Prima unghiata di Fausto il caldo: il Pd che ha costruito Elly nasce dai movimenti giovanili, dal Festival di Sanremo, dagli Usa (volontaria per Obama), dalla fiction Rai “Mare fuori”. Tutto ciò non serve al popolo.
LAVORO – Zero idee. Schlein è un corpo estraneo. Questo centrosinistra non risponde alla crisi, ma l’ha causata. E oggi è finito.
DUE SINISTRE – È la soluzione suggerita da Bertinotti: una sinistra riformista e una sinistra rivoluzionaria. Bertinotti è per una sinistra alla Melenchon, per una forza politica anti-capitalistica. Elly preferisce conciliare il capitale con il lavoro, una sinistra liberal americana.
PD COSTRUITO – Il Pd non è affatto la continuità del Partito Comunista. È una costruzione che avviene fuori da quella storia. Punta eccessivamente sui diritti civili più che sui diritti sociali.
SUCCESSO – Innegabile il successo che ha ottenuto Elly Schlein. Calma, però. È un successo più per le domande che poneva che per le risposte.
LA CRISI – È figlia delle scelte fatte. L’aver incorporato determinati elementi che hanno prodotto la crisi come il primato delle alleanze sui contenuti, una idea politicista del conflitto tra destra e sinistra, l’adesione alla centralità del governo, la trasformazione della lotta politica in una competizione elettorale per vincere, il progressivo abbandono della lotta di classe, sono stati tutti degli autogol.
RICCA E BORGHESE – Bertinotti può averlo pensato ma ha preferito lasciarlo dire a Claudio Velardi, storico dirigente del PCI, collaboratore di D’Alema a Palazzo Chigi. Ha detto Velardi in tempi non sospetti, con la franchezza del napoletano doc: ”Elly Schlein? Vista la sua biografia, dico che non sa nulla di povertà ed emarginazione. Non credo che possa essere la salvezza del Pd”. Amen.
IL SILENZIO – A Bertinotti poi, par di capire, non va giù il fatto che la segreteria del Pd faccia scena muta su temi scomodi come le tasse e i reati. Anche su Cospito, sui migranti e sulla maternità surrogata , finora è il rimasta sul vago. Un po’ poco anche per i fan. O no?