Italia è nana tra Germania e Francia, Meloni se ne faccia una ragione. Purtroppo, nel regno dei ciechi chi si sente Orban è un Re.
Macron inciucia con Scholz e mi marginalizza? Ed io faccio la Orban. Questa è la sintesi del Consiglio Europeo che si è tenuto a Bruxelles. La Meloni sentendosi delegittimata si è ribellata a questa conventio ad escludendum del trilaterale Francia-Germania ed Ucraina. Ed è tornata a minacciare i toni di Visegràd.
Zelensky è solo la cartina di tornasole di un accordo più ampio, che lega lo storico asse europeo Franco-Tedesco, solo che rispetto ai tempi della Merkel qui la guida è francese, vista la maggior statura politica di Macron rispetto al collega socialdemocratico.
Si sta passando da, quel che va bene alla Germania va bene all’Europa, di Kohl, a Vive la France. Dietro questi risvolti, formalmente politici, si muovono grossi interessi e politiche economiche. Intanto la guerra non è ancora finita ma è già ripartita la gara per la ricostruzione della Frontiera europea dell’Ucraina. Nonostante la pallidissima, per non dire di peggio, democrazia Ucraina, come si è potuto evincere da continue rimozioni ed epurazioni di ministri e di apparati giudiziari, l’Occidente spinge per portare lì Nato ed Europa, allargando frontiere.
Ma dietro lo scontro, più scontrino che scontro, c’è la vera questione europea. L’asse Parigi-Berlino spinge per usare in Europa più la leva degli aiuti di Stato che forme di finanziamenti a carico della BCE. Togliere le regole anticoncorrenza degli aiuti nazionali alle rispettive economie avvantaggia le imprese franco-tedesche.
In quanto l’Italia anche volendo, con quel macigno di debito pubblico che ha, non ha le risorse per finanziare alcunché. Inoltre la composizione della struttura industriale italiana, fatta da imprese competitive, ma di piccola dimensione, non aiuta la messa a terra di aiuti di Stato strategici che hanno bisogno di grossi player.
Pensiamo alle ricostruzioni delle tante centrali nucleari ucraine. I colossi sono presenti in varie filiere in Francia e Germania. Scholz ha tentato di farlo capire alla Meloni. Non ti lamentare, perché il tuo tessuto industriale è fatto di terzolavoristi, che fanno componenti per l’Azienda tedesca, che hanno vantaggi se noi aiutiamo Mercedes o Audi ad esempio.
Il nanismo industriale è scelta antropologica, derivante dall’ipertrofico individualismo italico, e lo Stato non lo ha mai combattuto, anzi, ha ridotto il nostro Paese ad un’industria di nani, per quanto bravi ed operosi, nel contesto globale. Abbiamo preferito i margini operativi lordi alle dimensioni strategiche, vedi Montedison. Ma quando il gioco si fa duro, e tra guerre, pandemie, e global estremo, il gioco oggi è durissimo, i duri, i grandi, entrano in gioco. E noi non lo siamo, siamo solo piccoli e neri Calimeri.
La Meloni tra i nani ciechi italiani è Orban, pertanto Re, non regina, non lo vuole essere, ma l’Italia indebitata, e quindi debole, non è l’ombelico del mondo. Giorgia può chiederlo a Jovanotti, l’unico vero leader che la sinistra ha ormai in Italia.