LA DESTRA E I SANTONI DELL’ANTIFASCISMO

di Amedeo

E’ ora di finirla con questa sudditanza e questo calarsi le braghe ogni volta che i santoni dell’antifascismo e della Resistenza rispolverano i loro pruriti nostalgici, finirla di ripetere il sermone sulla sacralità intangibile della Carta Costituzionale ormai vecchia e stantìa, solo per essere accettati nel club. Fini, di questa servile sudditanza, è stato un precursore. Spesso tarantolato da una malcelata fobia di legittimazione, si è recato in visita in Israele con lo scopo di definire il fascismo un male assoluto. Ma che cosa avranno mai Fini e la destra italiana di oggi da farsi perdonare rispetto al fascismo e perché Fini, per fare il presidente della Camera, deve definire il fascismo il male assoluto, mentre Napolitano per sedere al Quirinale non ha nessuna necessità di definire il comunismo un male assoluto? Eppure Stalin l’avrà se non frequentato, appoggiato, ai tempi in cui approvava l’invasione dell’Ungheria. C’è un limite a tutto, e soprattutto c’è un limite rispetto alla dignità dei propri valori e della propria identità. Io rimango di destra, con la mia storia e la mia identità che già includono da tempo libertà, giustizia e solidarietà. Sono nato negli anni Settanta, non sono mai stato fascista, adoro Evola, Guenon, Borges e Celine, ho partecipato ai Campi Hobbit e sono fiero di essere di destra e visceralmente anti-antifascista. Una destra vera, moderna, democratica, se volete, conservatrice e tradizionalista, seppellisce sia il fascismo che l’antifascismo, senza sentirsi obbligata a dire che il fascismo è il male assoluto. Non tutti, presidente Fini, hanno la necessità e l’ambizione di diventare presidenti della Camera e del Consiglio.

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