Quando su campi e campetti di calcio dove giocano milioni di italiani di ogni età qualcuno prova colpi di tacco, pallonetti, dribbling multipli, allora si merita e talvolta si becca il commento-richiamo. Quale? Come gli si comunica che sta uscendo dalla realtà della sua partita e dimensione ed entrando in un contatto di fantasia con se stesso, trasportandosi in un mondo dove le immagini sono le cose e dove le cose sono fruibili in quanto immagini? Gli si dice, mescolando ironia e richiamo al reale, gli si dice: “Troppa televisione…”.
Tradotto: guardi così tanta tv di calcio che non distingui più la differenza tra una partita di Champions e una di calciotto, guardi così tanta realtà in tv che pensi la realtà sia quella, imitabile riproducibile nella sua sceneggiatura ed essenza. “Troppa televisione” che ti fa perdere il senso, la dimensione e la natura di ciò che accade, schiacciando tutto alla dimensione e natura di roba da guardare. In fondo uno spettacolo.
Guarda l’acqua, guarda l’acqua…
Ed ecco quindi che la falla sul fiume Dnipro in Ucraina tutti a guardarla, in tv. Tv tradizionale o video che sia su smartphone. Uno spettacolo. Guarda, guarda…La diga spezzata, l’acqua, tanta acqua che tracima, scorre, scavalca, fluisce, invade. Poi il video finisce, è stato “interessante”, “impressionante” guardarlo. Poi il video finisce e si passa, con l’ausilio del sistema della comunicazione show, ai prequel e ai capisaldi della saga. Quale saga? Ma quella delle dighe fatte saltare per allagare in guerra. Buca la diga, la diga salta…fin dai Romani…E ti ricordi la puntata delle dighe…olandesi? O quello del bambino con il dito nel buco della diga è un altro film? Sì, è un altro film. Però aspetta, forse ci sono le immagini dello stesso film, la stessa diga già fatta saltare, la stessa falla-sequenza, stavolta con la partecipazione straordinaria niente meno che di Hitler e Stalin!
Guerra, troppa televisione
Guardiamo le immagini della guerra con un processo mentale e culturale assai simile a quello che induce a comportamenti da “troppa televisione” su campi e campetti di calcio: pensiamo siamo possibili, anzi certi, anzi dovuti, anzi alla nostra portata colpi di tacco quali combattere senza armi, pallonetti quali difendersi senza combattere, dribbling multipli quali starne fuori senza essere neutrali, essere difesi se dal caso dalla Nato ma non dare un euro né un uomo alla Nato, perfino il tunnel della resa che passa tra le gambe della realtà e poi si chiama pace. Troppa televisione… ci impedisce di vedere che quella falla nella diga sul Dnipro è il segno manifesto di una guerra che sempre più ha i caratteri della guerra totale, non violenta disputa sulle frontiere ma campagna di annichilimento di una comunità, di uno Stato, di una nazione. Ma, quand’anche fossimo disposti e in grado di vedere che la falla nella diga, la diga fatta saltare sono altro da immagini televisivi, saremmo disposti e in grado di capire cosa sono?