Non gira più la femmina, come auspicava Berlusconi. Oggi si è presa la cadrega dei maschi, e loro, spodestati, fanno, forse, i fuchi.
Dopo un quarto di secolo in cui Silvio da Arcore ci parlava ogni pie’ sospinto di signorine accondiscendenti subordinate ai desideri maschili, oggi, per effetto della nemesi, i maschi son costretti se va bene ad un ruolo ancillare.
Addio Barbare D’Urso, addio alle signorine buonasera su Canale 5, addio meteorine, vallette in abiti succinti, madri natura che scompaginavano l’eros di famiglie intere davanti al televisore. Oggi, nell’anno del Signore 2023, il Grande Ribaltone di genere si è compiuto. Vi ricordate Zio Silvio circondato da Urì del profeta, dalla Minetti, o da Noemi, da Maria Rosaria Rossi o da Sabina Began, l’ape regina. Ora le api Regine gli hanno tolto lo spazio politico, sia di maggioranza che di opposizione, quel duplice ruolo che vorrebbe, da bulimico narciso, fare lui.
Berlusconi è stato l’ultimo Macho, l’uomo del lettone, il politico che offre il corpo come un’ostia di comunione con il suo popolo, di piccoli uomini che amavano identificarsi in lui, sognando lascive signorine che non potevano permettersi.
Povero ragazzo di un tempo che fu, come quello della via Gluck, scomparso in un pomeriggio troppo lungo e senza nemmeno il treno dei desideri.
Oggi quelle donne che lui vedeva in orizzontale si sono messe in verticale sulle assisi di un Paese che ha switchato sull’altra metà del cielo.
Poveri uomini, ormai alla deriva, uomini soli come quelli dei Pooh, uomini senza bussola in un tempo che scorre troppo veloce per afferrarlo. Davanti alle Regine possono fare solo gli alfieri se va bene, o i Fuchi se avessero capacità riproduttive, se l’impotenza, o la ridotta eterosessualità, non ne afflosciassero intenti ed ambizioni.