LA RICETTA ANTI-CRISI DELL’FMI: PIU’ SPESE E NIENTE TAGLI ALLE TASSE

Pubblicato il 30 Dicembre 2008 - 00:58 OLTRE 6 MESI FA

Affidarsi alla spesa pubblica è lo strumento più efficace e affidabile per impedire che la recessione si trasformi in una depressione di portata globale. Ne sono convinti gli esperti del Fondo monetario internazionale che hanno pubblicato uno studio, ripreso dal sito repubblica.it, in cui passano in rassegna i vari strumenti a disposizione dei governi anche in base all'effetto che le varie ricette hanno avuto in crisi precedenti (compresa la Grande depressione Usa degli anni '30). "Viste le attuali circostanze, un aumento della spesa pubblica e trasferimenti di denaro tramite tagli di tasse mirati sono quelli che avranno un moltiplicatore più alto nella crescita del Pil" concludono i quattro economisti che hanno redatto il documento tra cui il direttore del dipartimento di ricerca Olivier Blanchard e quello del dipartimento politiche fiscali, Carlo Cottarelli. "Tagli generalizzati delle tasse o sussidi ai consumatori e alle imprese – affermano – avrebbero invece effetti minori".

I nuovi "pacchetti fiscali" servono per tenere alto il livello della domanda interna. E per riuscirci devono essere tempestivi, di grandi dimensioni, duraturi (5-6 anni), diversificati (cioè non limitarsi ad un solo strumento), anticiclici, condivisi a livello internazionale e sostenibili rispetto ai propri bilanci in modo da evitare che i mercati finanziari puniscano aumenti eccessivi del debito. Sette caratteristiche non facili da conciliare perché, concedono gli autori, "spesso in concorrenza tra loro". Il documento dell'Fmi conferma che lo spazio di manovra sulla moneta (ulteriori riduzioni del tasso d'interesse) è ormai limitato, mentre parallelamente si dovrà lavorare per sanare il sistema finanziario. Concentrarsi sull'economia reale è prioritario perché "un ulteriore calo della domanda incrementerà il rischio di dinamiche perverse di deflazione e incremento del debito".

Chiaro che le capacità di bilancio dei singoli paesi sarà determinante nel definire la grandezza di tali manovre e in questo l'Italia (con la Grecia messa tra i "sorvegliati speciali" sui mercati) è particolarmente limitata. Nel dettaglio si consiglia di non chiudere programmi di spesa per mancanza di risorse, anzi per quanto possibile bisogna rafforzare e far ripartire grandi progetti infrastrutturali. E aumentare la quota pubblica nei settori in cui collaborano capitali statali e privati. Si suggerisce persino di aumentare il numero di dipendenti pubblici, meglio se per un periodo limitato: una misura più utile che aumentare lo stipendio di quelli già assunti. Sul fronte dei consumi bisogna concentrarsi sui segmenti della popolazione più colpiti: disoccupati, chi rischia di perdere la casa, i poveri. L'obiettivo è quello di ridurre la tendenza a risparmi extra che possano ulteriormente ridurre la domanda. Tagliare le tasse alle imprese invece potrebbe non avere effetti sull'occupazione o i prezzi. Può fare eccezione un taglio concentrato nel tempo dell'Iva su alcuni prodotti per incentivare gli acquisti