Sergey Lavrov, ministro degli esteri russo, ha detto: «Il dominio dell’Occidente, durato 500 anni, sta per finire».
A Lavrov si potrebbero dare due consigli: non posare a profeta, perché la maggior parte ha fatto una brutta fine; e soprattutto studiare storia.
Questa dimostra che certamente, da principio, le civiltà più evolute sono state, a sud, l’Egitto, e ad est quelle del Medio Oriente, fino alla Persia. Ma, se vogliamo scegliere una data in cui questa preminenza sia culturale sia militare è terminata, potremmo citare il 490 a.C., l’anno della battaglia di Maratona.
Quel giorno l’Est non poteva che vincere, e perse. Non solo da allora la civiltà greca dette la forma al mondo nel quale viviamo, ma a poco a poco salì in cielo l’astro di Roma e, come dicono i commentatori calcistici, non ce ne fu più per nessuno.
È da quel tempo che data il dominio dell’Occidente. Un dominio neppure interrotto dalla caduta dell’Impero Romano, perché per secoli e secoli tutta la civiltà occidentale ruotò intorno alle istituzioni di Roma, più o meno copiandole, più o meno ribattezzandole, ma sempre levandosi il cappello dinanzi a Roma.
È questo che Lavrov, da russo, non capisce. Non si domina soltanto con le armi, si domina con la civiltà. E quella di Roma è stata una tale civiltà che non soltanto non è mai morta, ma è viva ancora oggi ed ha dato forma al mondo.
Basta vedere la diffusione dell’alfabeto latino rispetto a tutti gli altri. Dunque non soltanto per 500 anni, ma per oltre duemila l’Occidente ha dominato l’Eurasia e poi il mondo. E non rischia certo di smettere perché tutti gli uomini civili, che lo sappiano o no, sono greci e romani.
Forse questi concetti sono difficili da comprendere per un russo, perché la sua civiltà periferica, che pure ha avuto geni in musica e in letteratura, non comprende nulla di storia. Concepisce solo la tirannia asiatica ed il dominio delle armi.
da Italia Oggi