Le Borse si fermano, un po’ incassano e un po’ dubitano del piano “salvatutto”

Dopo una giornata negativa martedì, anche mercoledì comincia fiacco nel mondo delle borse. Tokyo ha aperto in affanno, un po’ sotto lo zero. Ieri in Usa Dow a -1,5; Nasdaq a -2,5; S&P a -2: E prima ancora in calo Londra, poco sopra lo zero Miano, Parigi e Francoforte. 

Forse nei giorni precedenti si era trattato soltanto di quella che in gergo viene chiamata “presa di realizzo” e cioè si vende un po’ delle azioni che 24 ore prima hanno guadagnato molto per trasformare il rialzo in cash. O forse è una lettura più attenta, più prudente del piano americano per la “bonifica” dei titoli tossici nel sistema finanziario. Sta di fatto che le Borse europee cedono qualcosa, in valori e forse anche in fiducia.

Già subito dopo l’annuncio ufficiale del piano Obama-Gheitner all’entusiasmo di Wall Street si erano accompagnate le perplessità degli economisti sull’operazione “capra e cavoli”. Salvare insieme la “capra” dei bilanci bancari consentendo alle banche usa di vendere i titoli tossici e i “cavoli” degli interessi del mondo finanziario. Il piano infatti consiste nel sollecitare e finanziare con denaro pubblico i privati a comprare dalle banche quei titoli, con prestiti statali garantiti fino all’86 per cento dell’ammontare e con un finanziamento diretto del 50 per cento dell’importo. In questo modo il rischio di di chi compra è bassissimo: su 100 dollari, se sbaglia il prezzo d’acquisto ce ne rimette sette, altrimenti, se indovina il prezzo, ne guadagna tre volte i sette dollari cacciati di tasca propria.

Un meccanismo complesso che rischia di non funzionare o, se funziona, di non disinnescare davvero la tossicità dei titoli.

Gestione cookie