Libia: Berlusconi "pacifista" non convince Bossi: "Ora vediamo…"

ROMA 5 MAG ''Speriamo.. spe – ROMA, 5 MAG – ''Speriamo.. speriamo'', dice Umberto Bossi. Poche parole che suonano come l'ennesimo avvertimento della Lega a Silvio Berlusconi. Il tema e' sempre lo stesso: la mozione del Carroccio per uno stop ai raid aerei in Libia. Cosi' il senatur a chi gli chiede se le loro richieste siano state accolte non nasconde il proprio scetticismo e risponde laconicamente: ''Speriamo''. Insomma, il Berlusconi pacifista che dice di essere molto preoccupato e di ''non dormirci la notte'' perche' nel paese Nordafricano e' in corso ormai una vera guerra civile, non convince proprio i lumbard. L'ultimatum leghista sul dossier libico infatti, seppur con non poche resistenze nel Pdl, e' stato accolto da tutta la maggioranza ma i leghisti temono colpi di mano. Cosi', onde evitare sorprese – avvisa il ministro Roberto Calderoli – ''se mai qualcuno volesse fare il furbo'', si ricordi che a giugno si votera' ''il rifinanziamento delle missioni'' all'estero. Il Pd sente puzza di bluff e accusa Berlusconi di essere sotto ricatto della Lega. Il segretario Pier Luigi Bersani usa l'ironia per definire la situazione: ''Dopo ieri, nulla e' cambiato – dice – La prossima missione militare avra' lo stemma del Carroccio''. Il Cavaliere insiste nel rimarcare che la coalizione dei volenterosi ''non convinceva'' neanche lui ma che poi la decisione e' stata ''presa dal Parlamento'' sulla base di una risoluzione dell'Onu. Ma il confronto tra i due alleati di governo sulla Libia continua e, secondo fonti di maggioranza, nasconde una partita ben piu' ampia che riguarda il passaggio di Parmalat ai francesi di Lactalis, l'irritazione del ministro Giulio Tremonti, i fondi Cipe e le strategie per le prossime amministrative. L'intesa raggiunta durante la cena di ieri tra i vertici leghisti ed il Cavaliere regge e tiene conto della vicinanza del voto per le amministrative. Strategicamente Umberto Bossi ha smarcato il suo partito dal Pdl sulla questione libica, fiutando il 'volere' della gente in larga parte contraria all'intervento militare. Secondo alcuni sondaggi, spiegano fonti interne allo stesso Carroccio, il 'Sole delle Alpi' sarebbe addirittura sotto il 10% e questo avrebbe spinto Bossi ad esasperare i toni e rimarcare sul territorio le differenze dal partito del premier. Il Senatur pero' e' ben attento a non esagerare: dare una immagine di spaccatura danneggerebbe tutta la coalizione di centrodestra nelle urne. Cosi', quando gli si chiede se Berlusconi sia ancora il leader, risponde seccamente: ''certo'', accompagnando alla parola un eloquente gesto con le mani come a dire che la cosa e' ovvia e non e' in discussione. I 'distinguo' sul caso Libia resteranno evidenti fino al voto, ma uno ipotetico riacutizzarsi dello strappo con il Pdl e' da rinviare a dopo il voto. Quanto alla questione leadership, anche Calderoli fa sentire la sua voce e spiega di non fidarsi dell'investitura nei confronti di Tremonti come successore: ''Da suo amico mi preoccupo – dice il ministro – I delfini spesso finiscono nelle reti o sbranati dagli squali''. Il Carroccio, fanno notare maliziosamente fonti del Pdl, non ha di che lamentarsi ed ha incassato la maggior parte dei fondi stanziati dal Cipe. Buona parte degli stanziamenti, viene spiegato, e' destinata ad opere infrastrutturali nel Nord Italia. In particolare, c'e' la Bre.Be.Mi: l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano che, come sottolinea lo stesso Berlusconi, ''la Lombardia attendeva da tempo''. Sembrerebbe poi ancora aperta la questione Parmalat. Per la Lega il gigante agroalimentare ha una importanza strategica dato che parte del suo bacino elettorale emiliano e' composto da fornitori e piccoli imprenditori agricoli.

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