Libia: la Nato va avanti fino allo stop delle violenze. Ma mancano gli aerei

La Nato si impegna a continuare i bombar – La Nato si impegna a continuare i bombardamenti sulla Libia ''con un ritmo alto'' e finche' ''sara' necessario'', ma gli alleati non raccolgono l'appello di Francia e Gran Bretagna ad intensificare gli sforzi a difesa della protezione civile e per facilitare l'uscita di scena del rais. Il consiglio informale dei ministri degli esteri dell'Alleanza, oggi a Berlino, ha ricompattato gli Alleati sulle priorita' della missione ''Unified protector'', ma ha evidenziato un gap tra i mezzi a disposizione e quelli che sarebbero necessari per imprimere l'accelerazione chiesta da Londra e Parigi e per ribaltare la situazione a Misurata, citta' martire del conflitto libico, con 250 morti in due settimane. ''A Misurata ci sara' un massacro se la Nato non interviene con forza'', e' stato l'appello lanciato da un portavoce dei ribelli anti-Gheddafi, prima dell'avvio della riunione di Berlino. ''Non staremo inermi a vedere un regime screditato che attacca la sua gente'', ha assicurato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. ''Faremo tutto il possibile, Non solo a parole, ma con azioni vigorose''. I 28 alleati si sono impegnati a portare avanti le operazioni militari finche' non saranno raggiunti tre obiettivi: la cessazione di tutte le violenze contro i civili, il ritiro di tutte le forze militari di Gheddafi (''incluso cecchini, mercenari e altre forze paramilitari'') e il libero e pieno accesso degli aiuti umanitari al popolo libico. Nella dichiarazione conclusiva, i partner si impegnano anche a ''provvedere a tutte le necessarie risorse'' e a garantire ''la massima flessibilita' operativa nell'ambito del loro mandato'' alla missione Unified protector, alla quale partecipano 34 paesi. ''Sono fiducioso: cio' che ho sentito oggi mi fa ben sperare'', ha commentato Rasmussen, senza pero' fornire dettagli sugli impegni assunti. Le indicazioni emerse, al di fuori della dichiarazione scritta, non lasciano ben sperare. La Spagna, che come l'Italia non partecipa ai bombardamenti, ha dichiarato che non modifichera' la sua partecipazione alla missione. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha confermato la ''riluttanza'' italiana a compiere raid aerei ''dovuta all'impatto che potrebbe avere un danno collaterale non voluto dell'uccisione di civili da parte di un aereo italiano'', visto che ''cento anni fa – ha ricordato – l'Italia e' stato il paese colonizzatore della Libia''. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha rimarcato l'importanza di ''mantenere unita' e determinazione'' per isolare ancora di piu' Gheddafi, ma non ha dato indicazioni sul rientro pieno degli americani nel teatro di crisi, dal quale hanno ritirato, dal 2 aprile scorso, una cinquantina di cacciabombardieri. ''Abbiamo bisogno di piu' aerei in grado di attaccare bersagli al suolo con piu' precisione'', ha riconosciuto Rasmussen. Finora, solo la Gran Bretagna ha risposto aggiungendo quattro caccia, portando le sue dotazioni a 10. La Francia mette a disposizione 29 aerei da combattimento. L'Italia sei: quattro sarebbero in grado di compiere attacchi al suolo, ma per ora la scelta italiana e' di non compiere bombardamenti. ''Se cambia qualcosa, informeremo il Parlamento'', ha detto Frattini. Rasmussen ha insistito sulla necessita' di una soluzione politica in Libia. I ministri degli esteri della Nato hanno fatto proprie le conclusioni della conferenza di ieri a Doha, tutti d'accordo ad appoggiare ''fortemente'' l'appello del Gruppo di contatto ''affinche' Gheddafi lasci il potere''. .

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