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Ludopatia dilaga: la malattia del gioco ha contaminato anche il calcio, scandalo delle scommesse giro milionario

La ludopatia dilaga. La malattia del gioco (d’azzardo) è un virus che contamina ovunque circoli denaro facile.

L’ultima vittima illustre è il calcio, come certifica il nuovo scandalo che fa tremare l’Italia del pallone. I tre azzurri sotto inchiesta  – Fagioli, Tonali Zaniolo –  hanno tutta l’aria di essere la punta di un iceberg. Così almeno sospetta la Procura di Torino. Sospetta l’orchestrazione della malavita. Ci sta. E allora due o tre cose bisogna pur dirle in questo nuovo terremoto.

1 – LE SCOMMESSE SONO LEGALI
Va precisato: ok le scommesse legali, vietate le illegali. Il vizio incontrollabile del gioco anima il vasto mondo delle scommesse illegali. Un mondo con 10.000 siti online attivi con un giro di affari da oltre 18 miliardi secondo le ultime stime in Italia.

Ma i tesserati delle società di calcio del settore professionistico non possono in ogni caso effettuare o accettare scommesse che abbiano ad oggetto incontri ufficiali organizzati da Figc, Fifa e Uefa. La violazione del divieto può costare anche 3 anni di squalifica oltre, ovviamente, allo stipendio sospeso.

2 – FENOMENO IN CRESCITA
Poche storie. Le voci su atleti con il vizio del gioco d’azzardo negli ultimi anni si sono moltiplicate. Se dal punto di vista penale, se i protagonisti non sono organizzatori delle scommesse ma sono giocatori, questi possono cavarsela anche con una sola ammenda.

È dal punto di vista sportivo che la vicenda è molto più seria. È bene chiarire: la normativa prevede che il gioco d’azzardo su piattaforme legali non è reato ma un atleta deve stare alla larga da questo ginepraio,come prevede il codice di giustizia sportiva.

3 – UN GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
La ludopatia è una patologia che rientra nella categoria delle dipendenze comportamentali. E, dicono gli psicologi e psichiatri, che è generata da una serie di fattori come il male di vivere, il vuoto, la depressione, il demone del gioco.

Lo studio Oised ( il primo centro studi dedicato all’analisi per la cura delle dipendenze) sostiene che lo 0,08% colpisce i giocatori. Al momento sono 15.000 le persone in cura per dipendenza dal gioco. In Italia gli scommettitori sono circa 18,5 milioni, dunque per ora il fenomeno, seppur allarmante, è ancora sotto controllo.

È intervenuto il ministro dello sport Andrea Abodi e ha detto al Festival di Trento: ”La ludopatia non è un problema calcistico ma una patologia sociale. C’è comunque la necessità di comprendere la dimensione del fenomeno”.

Non bisogna voltarsi dall’altra parte. Sapremo affrontare questo fenomeno sociale insieme anche con qualche scelta dolorosa. La perquisizione di Coverciano? Da queste situazioni bisogna saper cogliere l’opportunità di non voltarsi dall’altra parte, quello che emerge si affronta con tempestività e con la giusta cautela”.  Ai primi di novembre la Federcalcio chiuderà il fascicolo. Ne vedremo delle belle.

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