Mafia/ Riina dice la sua su Via D’Amelio: “Borsellino ammazzato dallo Stato”

«Avvocato, vada pure a dirlo pubblicamente, l’hanno ammazzato loro». Nel giorno dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, Totò Riina torna a farsi sentire dal carcere di Opera e, attraverso il suo avvocato Luca Cianferoni, ribadisce di non aver avuto nessun ruolo nella strage di Via D’Amelio. Tutto comincia con l’incontro tra il legale e il vecchio boss che butta l’occhio su un titolo del Sole 24 Ore, riguardo i segreti nascosti degli attentati mafiosi.

«Ma quale trattativa con lo Stato! Qui l’unica trattativa l’hanno fatta alle mie spalle per catturarmi», prosegue Riina, confermando una tesi che aveva già avanzato da dietro le sbarre al processo di Firenze. In quella sede il Capo dei capi aveva ironicamente chiesto ai giudici come mai l’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino sapesse in anticipo del suo arresto, facendo intendere che lo Stato, magari attraverso i Servizi segreti, stesse trattando proprio per catturare il boss.

L’occasione è buona anche per negare l’esistenza del famoso “papello” (le richieste che Cosa nostra avrebbe avanzato allo Stato in cambio della sospensione della sospensione della stagione stragistica) di cui parlò Massimo Ciancimino: «Magari lo consegnasse questo papello. Poi facciamo una perizia e vediamo chi l’ha scritto. Io no di sicuro».

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