Mafie: "mostra" su superlatitanti inaugurata a Berlino

NAPOLI – E' stata inaugurata presso la Kunsthaus Tacheles di Berlino, noto spazio espositivo della capitale tedesca, la mostra-provocazione del Cam (Contemporary Aret Museum) di Casoria (Napoli). L'esposizione, in visione fino al 3 giugno, e' accompagnata da uno slogan choc: 'May Be. They Could Live in Germany' (Puo' essere. Potrebbero vivere in Germania). Tra le opere in mostra, l'installazione realizzata dal direttore del Cam Antonio Manfredi, curatore delle mostra, che riproduce i volti dei quattordici superlatitanti di camorra, mafia e 'ndrangheta e che grazie a un fotomontaggio appaiono abbinati a corpi di comuni passanti. Volti che sono stati stampati su banner verticali a dimensioni naturali e allestiti all'ingresso della galleria berlinese. ''La nostra – ha detto Manfredi, raggiunto al telefono di ritorno da Berlino – e' una provocazione con cui vogliamo dire ai cittadini tedeschi di fare attenzione perche' possano consumare una pizza, mangiare un piatto di spaghetti, bere un drink e ballare in un locale di proprieta' della camorra o della 'ndrangheta. I reinvestimenti delle mafie – ha aggiunto Manfredi – in Germania, come in altri Paesi d'Europa, d'altra parte sono protetti dal fatto che non esiste una normativa uniforme neanche nei paesi dell'Unione europea, che solo ora si rendono conto della pericolosità degli investimenti della mafia-impresa. Il monito che noi lanciamo – ha concluso – al popolo e alla politica tedesca e' che questi super latitanti potrebbero vivere in Germania''. Accanto all'installazione di Manfredi, altre opere di artisti come Monica Biancardi, Sebastiano Deva, Mario Spada fotografo di scena del film Gomorra, Sergio Riccio che riflettono sugli elementi della criminalita' organizzata in Italia e a Napoli. Con questa mostra, il Cam sbarca dunque in Germania dopo che lo scorso febbraio, proprio il direttore Manfredi, aveva chiesto 'asilo politico-culturale' al cancelliere Angela Merkel perche' ''ignorato da istituzioni locali e nazionali e a causa della disattenzione del Governo italiano verso i beni culturali''. .

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