Malpensa è in perdita. Lo scalo milanese, all’ottavo posto in Europa nel 2007, oggi non è più nella top ten e, anzi, è finito alle spalle di Istanbul e Madrid. I voli sono diminuiti (un quarto in meno rispetto a due anni fa) e i passeggeri sono andati altrove. Alitalia è passata da 1237 partenze settimanali ad appena 187. Negozi chiusi, banchi dell’accettazione semi-vuoti, tassisti disperati e una sola speranza: Lufthansa.
La compagnia tedesca ha creato, il 2 febbraio scorso, una succursale proprio per il nostro paese, Lufthansa Italia, con l’obiettivo di coprire undici destinazioni con 8 aerei e fare così di Malpensa il quarto polo dopo Monaco, Francoforte e Zurigo. Secondo quanto riportato dal sito della compagnia, i passeggeri di Lufthansa Italia potranno raggiungere Bruxelles, Budapest, Bucarest e Madrid e nel piano dei voli estivi 2009 saranno offerti anche Londra (Heathrow) e Lisbona.
Intanto non resta che attendere. Prima di tutto la rinegoziazione degli accordi bilaterali, ossia quelli che permettono a una compagnia di volare fuori dall’Europa. L’emendamento “salva-Malpensa” di gennaio impegnava il Governo a farlo entro un mese. Il risultato è stato la rimozione degli impedimenti per due pratiche su 30: Corea del Sud e Cina, che ha accettato la “clausola comunitaria” permettendo così agli aerei europei di atterrare nei suoi confini.
Giulia De Luca
Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss Guido Carli