Marta Russo, genitori: "Scattone assassino per la giustizia"

ROMA – Nella voce c'è ancora la commozione per una tragedia che il trascorrere del tempo non cancella dalla memoria. Nello sguardo la serenità che la giustizia ha dato, negli anni, le risposte che si attendevano. Donato e Aureliana, i genitori di Marta Russo, la studentessa universitaria romana uccisa da un colpo di arma da fuoco nel maggio del 1997 mentre camminava nei viali della Sapienza, si dicono ''contenti'' della decisione del tribunale civile che ha condannato Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, colpevoli dell' omicidio, ad un maxi risarcimento danni da un milione e centomila euro. ''Questa nuova pronuncia prova, ancora una volta, che i due sono responsabili di quell'omicidio. I soldi del risarcimento verranno devoluti interamente all'associazione che porta il nome di nostra figlia e che da nove anni si prende cura dei pazienti in attesa di trapianto di organi'', hanno affermato nel corso di una conferenza stampa. L'attenzione dei due genitori si sofferma soprattutto sul ruolo svolto nella vicenda da Scattone. ''Per i magistrati che lo hanno giudicato in questi anni lui e' un assassino – hanno aggiunto -. E' stato condannato per l'omicidio di mia figlia e deve avere il coraggio di guardare negli occhi sua figlia e dirle: 'sono un asassino'''. Donato Russo ha poi fatto riferimento all'attività che oggi svolge l'ex ricercatore universitario. ''Ho saputo che lui insegna – ha detto il padre – nelle scuole e mi chiedo che esempio diamo ai nostri giovani con educatori di questo tipo?'' Dal canto suo la madre ha aggiunto: ''Scattone continua a non volersi prendere le sue responsabilita': e' stato condannato in sede penale e adesso e' stato giudicato colpevole in sede civile, ora paghi''. Ai genitori di Marta Russo ha replicato Cinzia Giorgio Scattone, moglie di Giovanni Scattone, la quale si e' detta ''assolutamente certa'' che suo marito e' innocente. ''La sentenza – ha affermato – e' stata un errore giudiziario molto grave ed io sono stufa di sentire chiamare mio marito assassino. Il vero assassino non e' stato mai individuato e mi dispiace che i genitori di Marta Russo non cerchino la verita' vera''. I familiari della studentessa universitaria non nascondono, pero', l'amarezza per la decisione della XIII sezione penale che ha escluso responsabilità dell'Universita' nella tragica vicenda:''In questi anni ci saremmo aspettati un gesto da parte della Sapienza in favore dell'associazione dedicata alla memoria di Marta e che si occupa di donazione degli organi''. ''La mattina in cui fu uccisa – hanno proseguito – si trovava nei viali dell'universita' non per caso: era una studentessa al terzo anno di giurisprudenza e aveva vinto anche una borsa di studio di cui purtroppo non ha potuto usufruire: lei faceva parte dell'Ateneo. Siamo molto rammaricati che la sentenza di ieri non abbia riconosciuto la responsabilita' dell'Universita' perché come hanno ricordato i nostri avvocati tante erano le persone con armi all'interno della Sapienza: qualcuno avrebbe dovuto vigilare''. Nel provvedimento del giudice Roberto Parziale si stabilisce, inoltre, che Ferraro risarcisca per 28 mila euro la Sapienza per danni di immagine. Su questo punto l'avvocato Andrea Barenghi, che assieme a Luca Petrucci compone il collegio difensivo della famiglia Russo, ha parlato di un ''probabile errore materiale del giudici''. ''Ha piu' senso – spiega il civilista – che questi soldi siano da attribuire a Scattone. Sarebbe bello pensare che questa somma venisse devoluta all'associazione anche se dall'Ateneo piu' importante d' Europa sarebbe lecito attendersi un contribuito piu' significativo''.

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