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Matteo il terribile fa la gioia del giornalisti ma esaspera Giorgia la paziente

Bisogna dare atto a Matteo Salvini di essere un benefattore dell’informazione. Ogni giorno, senza mai sbagliare, regala a noi giornalisti notizie o proclami che strappano il più delle volte un titolo in prima pagina o un acceso dibattito nei talk-show. 

E’ bravissimo a capire qual è il messaggio che possa incuriosire l’opinione pubblica o colpire al cuore chi fa il nostro mestiere. E’ talmente forte l’aiuto che dà all’informazione che sarebbe il caso di proporre all’Ordine dei giornalisti di dargli ad honorem un premio così come si fa con quei colleghi che hanno raggiunto il traguardo dei 50 anni di professione.

MATTEO SALVINI DAL PAPEETE ALLE ARMI

Matteo Salvini e Giorgia Meloni sorridono abbracciati: sarà vero?

Salvini, insomma, è onnipresente ed è giusto dargliene atto , anche se talvolta, va oltre le righe. “Lo fa apposta”, sostiene qualcuno che non è in linea con  le sue idee, ma sopratutto con il suo comportamento”. Io vado incontro ai desideri degli italiani”, risponde sorridendo il Matteo contestatore. 

Comunque sia, dobbiamo considerarlo di nuovo il “benefattore dell’informazione”. In questi giorni, eccolo salire alla ribalta perché non la pensa come Giorgia Meloni, cioè con la premier di quel governo di cui lui è “magna pars”. 

Non sono problemi di scarsa importanza: il primo è l’invio delle armi in Ucraina per evitare che la Russia vinca il conflitto in pochi mesi. Giorgia ha ribadito questo soccorso ora che è stata a Washington per la riunione della Nato. Un si secco, senza il minimo dubbio.

Il segretario della Lega, manco a dirlo, non è in sintonia con il capo dell’esecutivo. Ritiene che continuare a mandare armi a Zelemsky vuol dire che, così, la pace è sempre più lontana. Occorrerebbe sposare la via diplomatica per arrivare al più presto ad un cessate il  fuoco.

SALVINI COME SANTORO

E’ la stessa opinione di Michele Santoro, leader della lista “Pace, terra e dignità”alla quale ha aderito Rifondazione Comunista”. Partiti che non sono proprio vicini alla maggioranza. 

Nonostante questa che potremmo definire contraddizione, Salvini non si ferma e spara caricando il fucile a pallettoni. 

Non contento di una opinione ben diversa da quella di Meloni,  Matteo continua per la sua strada ed attacca financo la Rai di Telemeloni. 

Ritiene che durante uno sciopero indetto di recente dall’Usigrai il Tg1 sia uscito in edizione straordinaria violando i princìpi basilari del sindacato. 

Dov’è la verità di questo ennesimo litigio? E’ nel fatto che nella prossima dirigenza di Viale Mazzini la Lega praticamente non esiste mentre Matteo voleva al vertice dell’azienda un suo fedelissimo. Rimarrà a bocca asciutta? I rumors dicono di si e lui freme. 

In tal modo, quasi ogni giorno, Palazzo Chigi deve fare i conti con le uscite di  Salvini. Giorgia cerca di mettere pace anche diplomaticamente, ma il “credo” del Carroccio è di tutt’altro avviso. Gridando e minacciando qualcosa la si ottiene. 

Si chiede qualcuno: dove vuole andare a parare il vice premier e ministro delle infrastrutture? Desidera a tutti i costi apparire, ma comunque avere tanta voce in capitolo. 

Vede il feeling che la gente ha con Fratelli d’Italia ed ha paura di sparire scendendo al di sotto del nove per cento delle preferenze. 

Chi vuole essere ironico (e sopratutto cattivo) con il numero uno della Lega esclama: “Si comporta come quel marito che per far dispetto alla moglie si taglia gli attributi”. Infatti, se questa alleanza di destra dovesse andare a gambe all’aria quali prospettive avrebbe Matteo? La risposta all’interrogativo spetta esclusivamente a lui.

 

 

 

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