Medici nel mirino, aggressione continua. Uno stillicidio senza fine. Bersaglio: i medici. Crescono gli attacchi, siamo ormai a quota 1.600 all’anno (dati INAIL).
Dice furioso Matteo Bassetti, 52 anni, genovese, noto infettivologo: ”È tutta colpa dei ciarlatani che in televisione, durante il pandemia,hanno portato la violenza. I medici vanno rispettati, non picchiati”. Ovvio.
Visto i recenti ed eclatanti episodi in primis l’aggressione violenta a Francesco Le Foche )è intervenuto il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri, Francesco Anelli.
Fare il medico è oggi anche un mestiere a rischio fisico? Risponde al Resto del Carlino il presidente: ”Lo sta diventando ogni giorno di più e i fattori che lo determinano sono molti. In questo Paese spesso ormai prevale una cultura che ha rimosso l’idea della morte e della sofferenza e le aspettative innaturali che vengono maturate nei confronti dei professionisti possono portare a questo tipo di episodi. Ma è anche un effetto dei tagli alla Sanità. Se non possiamo dare risposte, o dare le risposte attese, se l’insoddisfazione e’ alta, c’è sempre il rischio che la rabbia sfoci in violenza”.
LE NUOVE NORME DI LEGGE
Tre anni fa è stata varata una legge ( legge 113/2020) che ha introdotto tra l’altro la procedibilita’ d’ufficio e l’inasprimento delle pene. Aggiunge il dottor Anelli: ”Si, è stata una legge utile e andrebbe pienamente e sistematicamente applicata in maniera rigorosa oltre che probabilmente aggiornata. Come molto utile è l’aumento della presenza delle forze dell’ordine negli ospedali, meritoriamente rafforzata dal ministro della Salute Schillaci e dal Ministro dell’Interno Piantedosi. Ma il problema è ben più ampio.”
IL RUOLO DEL MEDICO SVALUTATO
Nessun dubbio. Prosegue Anelli :” Il ruolo del medico è stato svalutato, viene visto come un mero prestatore d’opera. Il paziente pretende di vedere realizzate le sue richieste, non importa se inappropriate o controproducenti per la sua salute. Spesso il paziente pretende di decidere lui la terapia e magari sfoga contro il medico la rabbia che ha per la sua condizione di malato”.
URGENTE UNA ASSICURAZIONE SULLA VITA
Se ne parla da tempo. C’è l’assicurazione professionale che tutela i medici dagli errori, ma non c’è una assicurazione che li tuteli da una aggressione. Una lacuna da colmare al più presto.
Conclude Anelli: ”Non pensavamo che fosse necessaria una assicurazione del genere. Pensavamo soltanto ad aiutare le persone che curavamo, non al fatto che una di loro potesse diventare il tuo omicida”. Ma gli ultimi episodi rendono necessario pensare ad una assicurazione sulla vita. È urgente. Non c’è tempo da perdere.
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