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Meloni e Schlein come Manzoni ma il Conte di Carmagnola fa male all’Italia del 2024

 Giorgia Meloni scrive: “Nel partito non c’è spazio per i nostalgici”.
“Costruiremo una forza unica per battere questa destra che non sa
governare”, risponde Elly Schlein.

Il botta e risposta ricorda Il Conte di Carmagnola, di manzoniana memoria:  la battaglia di Maclodio
tra veneziani e vicentini. Chi ha memoria rammenta: “S’ode a destra
uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”. Dopo oltre
500 anni, il palcoscenico è lo stesso.

MELONI E SCHLEIN, ACQUA AL PROPRIO MULINO

Non c’è la minima intenzione di guardare agli interessi del Paese e a comportarsi di conseguenza.
Si tira solo l’acqua al proprio mulino, niente altro. Ad una chiara
presa di posizione della premier, ne nasce un’altra altrettanto chiara
che dice di non  credere a nulla di quel che sostiene la Meloni.

Avanti tutta per la minoranza: andando alla ricerca di quel campo
largo che ora piace pure alla sinistra che combatte Marine Le Pen.
Elly riunisce la comitiva alla Bolognina. Non è un caso, perchè è
proprio lì che Achille Occhetto creò il Pds abbattendo il vecchio Pci,
di togliattiana memoria.

Furba, l’iniziativa della segretaria di via del Nazareno perchè tutti
sono corsi a quel richiamo tranne Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Insomma, a sinistra si corre ai ripari per far morire quella luna di
miele che c’è fra gli italiani e il presidente del consiglio.

RESUSCITATO IL CAMPO LARGO COPIATO DAI FRANCESI

Macron, nemico di Meloni, ha scoperto il campo largo
Meloni e Schlein come Manzoni ma il Conte di Carmagnola fa male all’Italia – Blitzquotidiano.it (Foto Ansa)

Rinasce una vecchia idea che, tranne pochi casi, non ha dato i frutti sperati.
Così, vedendo quel che sta succedendo a Parigi e dintorni, si emula
un’idea che era nata da noi senza successo.
Ora- è convenzione comune – il campo largo può dare risultati diversi.
Come ricorda un vecchio e saggio adagio (“tra il dire e il fare c’è di
mezzo il mare”) non è così semplice riprendere un discorso che aveva
fatto cilecca.

Le incomprensioni in quella che la destra considera
“una inutile ammucchiata” sono tante, di non facile soluzione. Ad
esempio, tra la Schlein e Conte è possibile mai cancellare gli antichi
e anche attuali diverbi in un amen?

Come la mettiamo sull’invio delle armi a Kiev o, più semplicemente, su chi dovrebbe essere il primo
interlocutore della sinistra? I 5Stelle parlano sempre di un progetto
scritto senza del quale non si avanti, ma di questo scritto si è mai
discusso con una certa sostanza?

Si avrà la  possibilità di mandare avanti l’ ultima spiaggia anche dopo il verdetto francese?

Infatti, se dovesse fallire l’attacco di Macron e compagni alla Le Pen svanirebbe
anche il sogno della minoranza italiana?
Dall’altra parte del fiume, la Meloni corre ai ripari e sostiene che
“chi non guarda avanti nel nostro partito è fuori”. Certo “l’inchiesta
proibita ” di Fanpage qualche guasto lo ha provocato anche se la
maggioranza asserisce che si tratta di quattro minorenni che non hanno
nessuna voce in capitolo.

Però, si replica sempre a destra, come mai nessuno ha parlato quando nelle manifestazioni universitarie e giovanili si bruciavano le bandiere israeliane e si voleva addirittura
che si rompesse qualsiasi iniziativa fra gli atenei di Roma (non solo)
e Tel Aviv?

La maggioranza va ancora più in là: “In questo Paese la
sinistra vota solo contro senza la minima spiegazione, ecco perchè le
ammucchiate non servono al futuro del nostro Paese, i mischioni non
portano da nessuna parte”.

In parole semplici, siamo alle solite con il Conte di Carmagnola che
aveva ragione. L’intento è solo e soltanto uno: demolire l’avversario
in modo che non possa nuocere. L’Italia ha molti problemi da
risolvere: dall’economia al lavoro, dagli sbarchi clandestini al
pesante deficit.

Non occorre sentire gli squilli da una parte e dall’altra. Sarebbe necessaria una maggiore comprensione per affrontare e risolvere i guai che ci perseguitano. La battaglia di
Maclodio lasciamola alla storia.

 

 

 

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