Merola sindaco: il funzionario controcorrente

BOLOGNA – Virginio Merola ha coronato il sogno di una vita: quello di fare il sindaco di Bologna. Ci aveva gia' provato nel 2008, quando si candido' a sorpresa alle primarie da assessore alla casa della giunta Cofferati, contro Flavio Delbono, il candidato designato e appoggiato da tutti i vertici del partito. Fini' terzo, sorpassato anche da Maurizio Cevenini, di cui ha preso il posto, a dicembre come 'primarista' designato dal partito, a causa dell'ischemia che ha causato il ritiro forzato del 'Cev' dalla competizione bolognese. Alle primarie del 23 gennaio venne incoronato con il 58% contro la candidata di Sel Amelia Frascaroli e l'outsider Benedetto Zacchiroli. Cinquantacinque anni portati bene, sposato, Merola e' campano di nascita, ma vive a Bologna da quando ne ha cinque. Laureato in filosofia, la passione politica gli e' scoppiata dentro presto: e' stato delegato Cgil nei trasporti, quindi per nove anni, dal 1995, e' stato presidente del quartiere Savena. Dopo l'esperienza con Cofferati (in cui ha promosso, tra i primi in Italia, i laboratori di urbanistica partecipata) e la sconfitta del 2008, e' diventato presidente del Consiglio provinciale. Anima controcorrente del partito, dopo il ritiro di Cevenini, per ottenere la nomination del Pd ha combattuto con l'ex segretario cittadino Andrea De Maria. Ha sempre rivendicato di non essere stato raccomandato da nessuno, ma ''di aver conquistato il partito circolo dopo circolo''. Ha condotto una campagna elettorale sempre in bilico fra la tradizione del centrosinistra bolognese ed il rinnovamento, peraltro condita da qualche gaffe di troppo, soprattutto in tema di calcio (''spero che il Bologna torni in serie A''). Ha promesso di ''rompere con le corporazioni del passato'' e di dare grande spazio ai giovani. Ha conquistato il consenso dei bolognesi con una campagna elettorale accattivante, giocata fra il web e i mercati rionali. Il suo modello di sindaco e' Sergio Chiamparino.

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