Messico: 'Patronas', le donne che aiutano i migranti clandestini

CITTA' DEL MESSICO – Si chiamano Guadalupe, Maria del Pilar, Bernarda, Mariela… sono le 'Patronas', un gruppo di donne al centro di una delle tante drammatiche storie dell'immigrazione in America Latina: offrono cibo e acqua ai 'clandestinos' centroamericani diretti alla frontiera con gli Usa sui treni merci che attraversano da sud a nord il territorio messicano. Nel loro tentativo di sfuggire dalla miseria di Honduras, El Salvador e Guatemala, i migranti (200 mila, forse anche 400 mila l'anno) devono passare dal Messico, cercando di evitare gli Zetas, tra le gang piu' violente nella galassia dei cartelli del crimine organizzato messicano. Gli Zetas trafficano sia cocaina sia esseri umani, si specializzano nei sequestri e le estorsioni, e tra le loro principali attivita' c'e' proprio quella di intercettare i migranti lungo la rotta verso gli Usa, molte volte in complicita' con la polizia locale. I clandestini viaggiano a bordo, spesso sui tetti, di treni merci chiamati non a caso 'La Bestia', e vengono di fatto aiutati solo dalle 'Patronas'. Il gruppo di donne – una quindicina, in gran parte contadine – vivono tra le montagne dello stato di Veracruz nel villaggio di Guadalupe (noto come 'La Patrona' in omaggio alla Vergine di Guadalupe), e aspettano ai bordi delle rotaie l'arrivo dei treni per offrire ai migranti cibo (pollo, riso, fagioli), acqua, indumenti e medicine: tutti prodotti che le 'mujeres' lanciano velocemente mentre il macchinista diminuisce la marcia della 'Bestia'. Lo stesso fanno anche le donne di altri villaggi della zona, quali Cuichapa e San Nicolas Romero. Le donne-Patronas danno quindi conforto ai clandestini, che nel caso di finire nelle mani dei 'pistoleros' degli Zetas devono pagare un riscatto, spesso anche migliaia di dollari, per poter cosi' riottenere la liberta' e proseguire il viaggio. Altrimenti, rischiano di passare settimane sequestrati, le donne vengono violentate e gli uomini spesso obbligati a 'lavorare' da assassini per gli stessi Zetas. Qualche volta i migranti finiscono per essere uccisi perche' non hanno soldi o perche' si rifiutano di essere 'arruolati' dai narcos: come e' capitato lo scorso 23 agosto nel Tamaulipas (nord-est, confinante con gli Usa) a 72 clandestini, e probabilmente qualche giorno fa anche a un altro gruppo con 145 persone i cui corpi sono stati trovati sparpagliati in una ventina di 'narco-fosse'.

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