Affanno e agitazione. Questo emerge dalla telefonata michael jackson anonima, fatta al 911 dalla casa di Michael Jackson a Los Angeles alle attorno alle 12.26 di giovedi scorso. Dall’audio della registrazione, online su Corriere.it, si capisce che chi ha chiamato non vuole dichiarare nè la sua identità nè quella dell’uomo di 51 anni che “ha smesso di respirare” e che ha bisogno di aiuto, come si sente ripetere angosciato l’operatore del Pronto Soccorso.
Secondo le ricostruzioni a fare la telefonata sarebbe stato il fratello di Jackson, Ransy, dalla casa di Carolwood Drive (zona Holmby Hills) nel capolouogo californiano. Il medico legale accerterà poi che il suo cuore aveva smesso di battere già prima dell’arrivo dell’ambulanza.
«Abbiamo bisogno di aiuto, non respira più», continua a ripetere l’ignoto interlocutore al 911. L’operatore del pronto intervento dopo aver chiesto l’indirizzo esatto rassicura che “l’ambulanza sta arrivando”. «Non posso aiutarla dal telefono: dove si trova la persona?», chiedono al 911. «È sul letto», rispondono dalla casa: «Lo faccia sdraiare sul pavimento e non si agiti».
La telefonata prosegue con l’operatore che chiede informazioni su quanto accaduto. Alla domanda se ci sia un medico rispondono si, ma che l’uomo al suo massaggio cardiaco non risponde. «I paramedici sono un miglio da casa, stiamo arrivando», si congeda l’operatore della centrale.
Il fratello di Jackson ha riferito che il cantante è collassato all’improvviso in casa. È stata subito chiamata l’ambulanza, ma non è stato precisato quanto tempo sia passato dal momento in cui Jackson è stato colto da malore al momento in cui gli è stato effettuato il massaggio cardiaco. I paramedici hanno continuato nel tentativo di rianimazione anche al di fuori della villa del cantante: fin da subito la diagnosi che emerge è quella dell’infarto. La madre e un fratello di Michael Jackson hanno seguito l’ambulanza all’ospedale.