MILANO – Nelle motivazioni della sentenza con cui il chirurgo Pier Paolo Brega Massone e' stato condannato a 15 anni e 6 mesi, i giudici lo definiscono ''il principe delle condotte truffaldine''. Ovvero ''colui che faceva passare le patologie per 'tumori dal comportamento incerto' e cosi' il trattamento di un paziente che aveva un tubercoloma veniva remunerato '20 mila euro, come un tumore'''. Nella sentenza i giudici richiamano le intercettazioni telefoniche e sottolineano il ruolo del proprietario socio unico della ex clinica Santa Rita, Francesco Pipitone, che ha patteggiato la pena e in seguito e' morto. Il collegio parla di ''esigenze di fatturato da costui continuamente evocate'' e ''icasticamente rappresentate dalla sconcertante vicenda del chiodo ortopedico aperto per errore e reimpiantato (senza alcune operazione di risterilizzazione) in un paziente molto anziano e quindi con una breve aspettativa di vita''.