Milano/ Cori da stadio al processo per le violenze nel Cie di Milano. Il giudice espelle il pubblico dall’aula

Pubblicato il 21 Agosto 2009 - 21:00 OLTRE 6 MESI FA

clandestini1Cori da stadio e striscioni in bella vista: l’unica stranezza è che è successo in un’aula di tribunale. Gli imputati del processo sugli incidenti avvenuti nel Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano hanno iniziato a saltellare all’interno delle gabbie all’interno del Palazzo di Giustizia.

Battevano mani e piedi al ritmo del coro di voci levatosi dall’area riservata al pubblico, che ospitava una cinquantina di sostenitori e amici. Al grido “Assassini!Assassini!” il giudice Antonella Lai è stato costretto a espellere imputati e simpatizzanti dall’aula.

Si è interrotta così, subito dopo la lettura delle generalità, la deposizione di Addesso, al quale i rappresentanti dei centri sociali e delle associazioni antirazziste contestano la responsabilità delle violenze del 13 agosto.

«Quel giorno – spiegano Mauro Straini e Massimiliano D’Alessio, due dei legali – sono state notificate le proroghe del trattenimento degli immigrati da due a sei mesi in base al “pacchetto sicurezza”, nonostante nelle ore precedenti Addesso avesse tranquillizzato tutti dicendo che non sarebbe stata applicata la novità a chi era già dentro».

La rivolta dei quattordici, nove uomini e cinque donne, era scoppiata subito dopo la notifica della proroga. Negli scontri con le forze dell’ordine alcuni agenti erano rimasti contusi. Il processo riprenderà martedì, ma rigorosamente a porte chiuse.