Sarebbe stato incastrato dal dna Pasquale Procacci, 65 anni, l’uomo arrestato ieri per l’omicidio della sorella Maria Teresa, 68 anni, trovata morta nella sua auto con il cranio sfondato il 28 aprile scorso in viale Sarca a Milano. L’uomo avrebbe indossato dei guanti di lattice coprendoli con dei guanti in cuoio. Quando ha sfilato il guanto in cuoio dopo l’omicidio non si è accorto che all’interno c’era un frammento del guanto in lattice dove la scientifica ha trovato tracce del dna dell’uomo mischiato a quello del sangue della vittima.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile di Milano ci sarebbero stati motivi patrimoniali dietro il gesto. Litigi legati all’amministrazione delle società, di cui erano titolari la vittima, il fratello arrestato e il figlio di quest’ultimo. La vittima gestiva il patrimonio con generosità: donava denaro in parrocchia e non rifiutava prestiti agli amici. La rabbia del fratello montava mese dopo mese e sono iniziati i dispetti: investimenti condotti senza informare gli altri soci che ne venivano a conoscenza solo al momento della lettura degli estratti conto. Le liti erano così frequenti che la donna diceva, per far arrabbiare il fratello, che avrebbe lasciato tutta l’eredità al cane. Il giudice che ha firmato l’ordinanza di arresto scrive di una condizione psicologica di “costrizione” dell’uomo che vede l’omicidio come unica alternativa per evitare che la donna dissolva il patrimonio.