Milano/ Pronta una lista civica di extracomunitari. Lo scopo? Avere una moschea dove poter pregare. La Lega si oppone, il Pdl valuta
Una moschea “autogestita e autocostruita” si potrebbe dire. È l’dea che arriva da Milano, dove tutti i musulmani hanno raccolto una lista civica che mette tra le priorità la necessità di costruire una moschea nella città governata da Letizia Moratti.
L’idea arriva dalla comunità islamica di viale Jenner che ha espresso più volte il proprio disappunto per la mancanza di un luogo di culto per i musulmani.
Finora nessuno gli ha mai dato retta ma ora la comunità islamica ha deciso di fare sul serio e di creare un vero e proprio partito politico degli extracomunitari.
«Perché dobbiamo delegare la tutela dei nostri diritti a partiti come la Lega o l’ex An? Se c’è la possibilità di votare alle Amministrative o alle Politiche possiamo creare un contenitore per raccogliere le posizioni della comunità straniera e musulmana e tutelarci da soli, con i nostri voti. A Milano ci sono 200 mila immigrati». Abdel Hamid Shaari, presidente del centro islamico di viale Jenner, assicura che non è una provocazione. «La premessa è che diventi reale — spiega — la possibilità di votare per le Amministrative per gli extracomunitari residenti a Milano».
Ad intervenire sulla questione è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha così commentato: «È una strumentalizzazione. Il problema di una moschea a Milano c’è, ma è un problema milanese, con una priorità tutta milanese: l’ordine pubblico. Attenzione: non c’è un diniego, c’è da garantire l’ordine pubblico e in base a quello rispondere a un’esigenza. Sono certo che il prefetto Lombardi troverà la soluzione giusta ».Secondo Filippo Penati, nei meccanismi del Pdl: «Il sindaco è paralizzato dai veti ideologici della Lega».