Milano/ Pronta una lista civica di extracomunitari. Lo scopo? Avere una moschea dove poter pregare. La Lega si oppone, il Pdl valuta

Pubblicato il 21 Agosto 2009 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA

Una moschea “autogestita e autocostruita” si potrebbe dire. È l’dea che arriva da Milano, dove tutti i musulmani hanno raccolto una lista civica che mette tra le priorità la necessità di costruire una moschea nella città governata da Letizia Moratti.

L’idea arriva dalla co­munità islamica di viale Jenner che ha espresso più volte il proprio disappunto per la mancanza di un luogo di culto per i musulmani.

Finora nessuno gli ha mai dato retta ma ora la comunità islamica ha deciso di fare sul serio e di creare un vero e proprio partito politico degli extracomunitari.

«Perché dobbiamo delegare la tutela dei no­stri diritti a partiti come la Lega o l’ex An? Se c’è la possibilità di vota­re alle Amministrative o alle Politi­che possiamo creare un contenitore per raccogliere le posizioni della co­munità straniera e musulmana e tu­telarci da soli, con i nostri voti. A Mi­lano ci sono 200 mila immigrati». Abdel Hamid Shaari, presidente del centro islamico di viale Jenner, assi­cura che non è una provocazione. «La premessa è che diventi reale — spiega — la possibilità di votare per le Amministrative per gli extra­comunitari residenti a Milano».

Ad intervenire sulla questione è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha così commentato: «È una strumentalizzazione. Il problema di una moschea a Milano c’è, ma è un problema milanese, con una priori­tà tutta milanese: l’ordine pubblico. Attenzione: non c’è un diniego, c’è da garantire l’ordine pubblico e in base a quello rispondere a un’esi­genza. Sono certo che il prefetto Lombardi troverà la soluzione giu­sta ».Secondo Filip­po Penati, nei meccanismi del Pdl: «Il sindaco è paralizzato dai veti ideo­logici della Lega».