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Monito di Barbera (Corte Costituzionale) al Parlamento: subito leggi o interviene lui: un po’ troppo?

Monito di Barbera su fine vita e gay: cosa aspetta il legislatore ad intervenire? A sollecitare il Parlamento è sceso in campo Augusto Barbera, 85 anni, presidente della Corte Costituzionale, giurista e politico (quota Pd), ministro nel governo Ciampi (solo 6 giorni, 1993), deputato per cinque legislature, accademico emerito.

Un uomo da ascoltare. Parlano per lui 22 volumi scritti (frutto anche di lavori collettivi) e 400 saggi; celebre il suo trattato di diritto pubblico, curato con Giuliano Amato, all’epoca “docente controcorrente  all’Universita’ di Modena”, come amano ricordare ancora oggi i suoi allievi (quorum ego). Barbera non le ha mandate a dire, giusto davanti a Mattarella. Ha tuonato:”Serve una legge sul fine vita e per i figli delle coppie dello stesso sesso. Il Parlamento è inerte. Se continua così, interverremo noi”.

LO SVILUPPO DELLA COSTITUZIONE
Barbera ha parlato in punta di diritto, da raffinato giurista  che avverte l’obbligo di colmare una lacuna. Di più: l’obiettivo del suo Collegio va oltre il tema specifico. Ha nel mirino una visione più ampia. Cioè la tutela e lo sviluppo della  nostra Costituzione. che va intesa non come documento brandito per letture divisive, ma come il tessuto che, attraverso la condivisione dei suoi principi, regge e unifica la Repubblica.

DIRITTI CIVILI E SOCIALI
Sono i temi che più stanno a cuore del prof. Barbera. Il suo accorato appello al Parlamento va letto non come una minaccia o un inquietante “ultimatum”.  Ci mancherebbe. Semmai l’auspicio di un intervento del legislatore che dia seguito alla “sentenza Cappato” che tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso. È il caso di ricordare che il silenzio del legislatore sta portando a numerose supplenze delle assemblee regionali. E questo non va bene. Genera pastrocchi istituzionali e dispetto dei cittadini.

 

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